Una fra le vicende più misteriose dell’Italia degli ultimi decenni.
Trentasei anni fa, la mattina del 2 settembre 1980, i giornalisti Italo Toni (1930-?) e Graziella De Palo (1956-?), che da dieci giorni si trovano in Libano – a Beirut – per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare della sfortunata nazione, escono dal loro albergo per andare, con una jeep del Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina, nei pressi del castello di Beaufort, su una fra le linee di fuoco che li oppone agli israeliani ed ai loro alleati.
Italo Toni è un professionista di lungo corso, profondo conoscitore delle questioni del Medio Oriente e redattore dei “Diari”, una catena di giornali regionali che, in quegli anni, l’editore Parretti sta lanciando in Italia; Graziella De Palo una giovane e coraggiosa collaboratrice di “Paese Sera” e de “L’Astrolabio”, la testata fondata e diretta da Ferruccio Parri, e dalle cui colonne documenta e denuncia i traffici internazionali d’armi che avvengono in netta violazione degli embarghi sanciti dall’ONU contro Paesi dell’area afroasiatica dalle politiche interne repressive, coinvolti in guerriglie o in vere e proprie guerre di aggressione.
Un’occasione, sia pur andando incontro a numerosi rischi (il giorno avanti hanno ritenuto opportuno comunicare la loro intenzione all’ambasciata italiana), non possono lasciarsi sfuggire.
Italo Toni e Graziella De Palo non faranno mai più ritorno. Di loro si perderanno le tracce e, a partire da quel giorno, ha inizio inizia una fra le vicende più misteriose, efferate e meno conosciute dell’Italia degli ultimi decenni.
Una vicenda che, trattandosi di giornalisti impegnati all’estero nel denunciare – fra le altre cose – traffici d’armi, presenta inquietanti analogie con quanto avverrà circa quattordici anni dopo (il 20 marzo 1994) a Mogadiscio – in Somalia -, con l’assassinio della giornalista italiana Ilaria Alpi (1961-1994) e del suo operatore sloveno Miran Hrovatin (1949-1994). Un altro caso che, a ben ventidue anni di distanza, è ancora drammaticamente lontano dall’esser risolto.