Un lavoro regolare, tutelato ed equamente compensato: lo hanno chiesto i braccianti e gli operai agricoli che il 25 giugno a Bari sono scesi in piazza in occasione della manifestazione nazionale indetta da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil per dire no al caporalato, allo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per il rinnovo dei contratti provinciali di lavoro.
Ad aprire il corteo di oltre quindicimila persone, i segretari generali di Fai, Flai e Uila, Luigi Sbarra, Ivana Galli e Stefano Mantegazza. Garda la gallery
“Sono almeno 300 mila i braccianti non italiani che lavorano senza alcuna tutela nei campi. È verso di loro che si esercitano le forme più violente di paraschiavismo. Un’onta per l’Italia e per l’intera Europa – dice dal palco Luigi Sbarra (in foto), Segretario Generale della Fai Cisl – Chiediamo ai Prefetti di convocare subito sui territori i tavoli di coordinamento previsti dal Protocollo del 27 maggio. Dobbiamo passare alla fase operativa, mettendo in campo programmi che rilancino integrazione, sicurezza, trasporti, politiche abitative. Proprio dalla Puglia, si è alzata nell’estate del 2011 la prima protesta dei migranti vessati sui campi. Vogliamo ricordarlo perché quella potente testimonianza insegna qualcosa a tutti. Ovvero che non possiamo stare a guardare. Tutti noi dobbiamo dare un contributo. Noi ci siamo, il Sindacato c’è, ed è pronto a fare la sua parte. Al Governo, alle Regioni e alle Rappresentanze datoriali l’opportunità e il dovere di raccogliere questa sfida”.