A tu per tu con Luca Trapanese. L’impegno, la disabilità e la vita con Alba

Luca Trapanese, 43 anni e una vita dedita all’impegno nel sociale. Nel 2007 fonda a Napoli A Ruota Libera Onlus,...

Luca Trapanese, 43 anni e una vita dedita all’impegno nel sociale.

Nel 2007 fonda a Napoli A Ruota Libera Onlus, associazione nata per offrire a persone disabili, in età post-scolare, l’opportunità di socializzare, di coltivare i propri talenti e di integrarsi nella comunità e nel mondo del lavoro. Non solo. Avvia a Marzano Appio Il borgo sociale, una comunità per ragazzi diversamente abili che non hanno i genitori, per aiutarli ad avere sostegno e una casa amorevole in cui crescere con l’obiettivo di intraprendere un percorso di vita indipendente.

La casa di Matteo è una casa di accoglienza per bambini in stato di affido o adozione con gravi malformazioni, tumori, patologie e che necessitano non solo di cure particolari ma soprattutto di un amore familiare e di un accompagnamento fino agli ultimi giorni di vita. Unica in tutto il Sud Italia, nasce da una esperienza vera: la storia del coraggio del piccolo Matteo, bambino ammalatosi dopo appena un anno dalla sua adozione. Luca collabora con la Fondazione del Cardinale di Napoli e con enti benefici di rilievo come il Pio Monte della Misericordia. Coordina, inoltre, progetti di sviluppo economico e sociale in India e in Africa.

 

Raggiunto telefonicamente, Luca risponde con grande delicatezza alle domande sulla disabilità e sulla importanza dello scambio e dell’integrazione.

«Il bisogno di aiutare il prossimo, racconta, nasce da un percorso iniziato anni fa in occasione di un viaggio a Lourdes, dove mi sono recato per prestare servizio di volontariato a persone disabili e durante il quale ho scoperto un mondo pieno di umanità. Parlo di disabilità e non di malattia perché sono due cose diverse. La malattia ha un inizio ed una fine, si guarisce oppure no, mentre con la disabilità si deve imparare a convivere».

Ci spiega che i progetti realizzati e portati avanti con l’aiuto di esperti e volontari consentono ai ragazzi che afferiscono a queste strutture di acquisire le competenze necessarie alla gestione della vita domestica con il massimo grado di autonomia possibile. Il potenziamento delle risorse personali e la crescita in un percorso di socializzazione e condivisione di spazi, tempi e attività comuni, hanno proprio l’obiettivo di potenziarne l’autostima. Tra le iniziative proposte ci sono i laboratori di artigianato e di antichi mestieri, la ludoterapia, le attività espressive e i corsi di cucina, la didattica e le escursioni sul territorio. Tutte contribuiscono a sviluppare in ciascuno, in base alle singole potenzialità e necessità, percorsi educativi comunque individualizzati.

 

Luca, come si svolge la vita all’interno di queste comunità e cosa è accaduto durante la grave situazione di emergenza da Covid-19?

In comunità si vive e si lavora. Abbiamo un bar, un ristorante etico, una fattoria didattica e produciamo il miele. Abbiamo costituito anche una scuola di recupero di antichi mestieri napoletani per giovani disagiati. Questa forte emergenza sanitaria ci ha colpito duramente, ma il lavoro di volontari e di professionisti, pur nel rispetto delle misure di sicurezza, non si è ma fermato, dal momento che si basa sulla necessità di una presenza continua.

 

Al termine di una lunga relazione nel corso della quale era sorto, con il compagno, il desiderio di costruire una famiglia, Luca decide di proseguire l’iter di adozione da solo, inoltrando domanda presso il registro per gli affidi speciali per i single. La legge italiana concede la possibilità di adottare un bambino a persone single solo in casi particolari, previsti dall’articolo 44 della legge 184 del 1983: uno di questi è la disabilità. Da due anni è papà di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, abbandonata dalla madre e rifiutata da molte famiglie. Il suo gesto ha commosso l’Italia.

«Alba non è stata una seconda scelta, spiega. L’ho voluta. Se avessi potuto accedere al Registro delle adozioni, avrei comunque fatto domanda per un bambino con disabilità».

Vivono a Napoli con il gatto Giorgio. Luca descrive il suo primo incontro con la piccola Alba come un momento emozionante. Oggi condivide splendide foto e divertenti frammenti di vita familiare sui suoi canali social, dove è molto attivo promuovendo anche le sue attività benefiche. Per il suo inarrestabile impegno è molto spesso ospite in programmi televisivi.

 

Come possiamo essere di aiuto a realtà come quelle da te fondate, che nel nostro Paese esistono ma che in pochi conoscono?

Parlandone, senza remore. E facendo conoscere il loro operato.

 

Nel suo libro Nata per te. Storia di Alba raccontata fra  noi (Einaudi, Torino 2018), scritto a quattro mani con Luca Mercadante, L. Trapanese si racconta e narra la sua vita con Alba. Lo fa costruendo spazi di solidarietà. Un racconto fatto di paure, dolore, dubbi, ma anche entusiasmi e gioia, necessario a comprendere un mondo, a molti ancora sconosciuto, in cui affiorano le ragioni di una scelta importante e fortissima.

 

In che modo l’amore di Alba ti ha cambiato la vita?

L’amore di Alba mi ha cambiato totalmente come solo i figli sanno fare. Le mie giornate, oggi, sono in funzione dei suoi bisogni e Alba mi sembra una bambina felice e serena.

 

L’amore verso il prossimo aiuta ad essere persone migliori. Luca ne è, senza dubbio, un grandissimo esempio.

Madia Mauro

Madia Mauro

Esperta di Comunicazione, promuove eventi culturali e scrive di attualità, arte, fotografia, musica e spettacolo.