L’assassinio di Pier Paolo Pasolini forse potrà finalmente avere un suo comitato d’indagine.
Lunedì 22 febbraio 2016, dalle 17 e 30 alle 20, presso l’Associazione Culturale “Enrico Berlinguer” (in via Opita Oppio 24, in zona Porta Furba) si è svolta un’assemblea pubblica con l’obiettivo di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta per indagare sul barbaro assassinio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto, come è noto, all’idroscalo di Ostia nella notte fra il 1 e il 2 novembre 1975.
Presenti Paolo Bolognesi, presidente (dal 1996) dell’Associazione Familiari Vittime della Strage di Bologna e deputato del Partito Democratico dal 2013, Enzo De Camillis, presidente di “Articolo 21” e regista del documentario Un intellettuale in borgata, e l’avvocato Stefano Maccioni.
“Nel maggio dello scorso anno, ho proposto l’istituzione di una commissione bicamerale per indagare sull’assassinio di Pier Paolo Pasolini”, ha detto P. Bolognesi aprendo l’incontro. “Tuttavia, per una questione di tempi (per una commissione bicamerale ci vorrebbero circa dodici mesi per metterla insieme e più o meno altrettanti per farla diventare operativa), alla fine abbiamo optato per una commissione monocamerale. Se il progetto andrà in porto, sarà la prima commissione parlamentare sul caso Pasolini, caso che finora è stato affrontato solo ed esclusivamente per via giudiziaria. E questo è proprio il grosso vantaggio che una commissione d’inchiesta avrebbe in confronto ad un normale procedimento giudiziario: la possibilità di spaziare, di andare a cercare dappertutto (anche nei vecchi fascicoli e nei casi che apparentemente non c’entrano niente), di stabilire differenze, analogie, riferimenti, connessioni. Di mettere insieme numerosi pezzi e cercare di comporre il mosaico. Tutte cose che, nei procedimenti giudiziari comuni, a volte non vengono fatte. Soprattutto quando, come avviene in casi delicati come quello di Pasolini, non c’è la volontà di farlo. Ecco, ora noi stiamo parlando di Pasolini, ma volendo si potrebbe parlare anche della strage di Piazza Fontana del ‘69, della strage di piazza della Loggia a Brescia nel ‘74, di Bologna e del treno Italicus nello stesso anno, dell’aereo esploso su Ustica nel giugno dell’80, della bomba alla stazione di Bologna nell’agosto di quell’anno… e così via. Il ragionamento alla base di tutto rimarrebbe lo stesso. Tuttavia, fondamentale è il fatto di agire in fretta. Una cosa che non abbiamo in gran quantità è il tempo. Se entro aprile/maggio non sui riuscirà a concretizzare questo progetto, della commissione rimarrà solo una gran voglia di farla, ma non si farà”.
“Pasolini è una figura che, personalmente, ho sempre sentito molto vicina”, è poi intervenuto Enzo De Camillis. “Sono nato e cresciuto a Monteverde e da bambino giocavo nello stesso campetto di via Federico Ozanam in cui Pasolini giocava a pallone con i “ragazzi di vita”. Avevo otto o nove anni e di lui non ricordo granché. Poi, nel ’63, lui si trasferì all’Eur. Nel ’77 gli strani percorsi della vita mi hanno portare ad esordire lavorando in un film di Luigi Zampa come assistente scenografo di Dante Ferretti. Pasolini era stato ucciso da meno di due anni e D. Ferretti, che aveva lavorato con lui realizzando le scenografie di tutti i suoi film dal ’69 al ’75 ne parlava continuamente. Dopodiché, nei successivi trentacinque anni, sono andato avanti con la mia vita e la mia carriera e di Pasolini non mi son più occupato granché. Nel 2005, in occasione del trentennale della sua morte, ho realizzato una targa commemorativa, visibile all’incrocio fra piazza Donna Olimpia e via Abate Ugone. Nel 2012 quando è nato il progetto del mio documentario, ho cominciato ad informarmi come si deve e, approfondendo la sua figura, mi si è aperto un mondo ed ho capito quanto i suoi discorsi e il suo messaggio siano ancora oggi di impressionante attualità”
“A volte mi sono chiesto: Ma chi me lo fa fare?”, ha detto l’avvocato Stefano Maccioni. “Fondamentalmente, il motore è stato il desiderio di vedere le vicende del nostro Paese degli anni Settanta e Ottanta non scompaginate, bensì collegate fra loro da un filo rosso. Un filo che parte dagli anni Settanta e arriva fino ad oggi. Ho cominciato ad occuparmi del caso Pasolini nel novembre 2008 insieme alla criminologa Simona Ruffino. All’epoca non avevo alcun coinvolgimento emotivo. Per me era solo un cold case come un altro. Tuttavia, la sentenza del 1976, e anche le successive sentenze con cui il caso è stato ripetutamente archiviato, erano così assurde che ho deciso di approfondire”.
“Ma quante volte lo devo ripetere? La versione ufficiale sulla morte di Pasolini è completamente falsa. Fin dal primo rapporto dei carabinieri, e poi a seguire con tutto il resto. Una lunghissima serie di falsità, una dietro l’altra”. Così dalla prima fila è intervenuto Silvio Parrello, pittore, poeta, noto ex “ragazzo di vita” (er Pecetto dell’omonimo libro di P. P. Pasolini del 1955), il quale, da circa vent’anni fa, indaga e si batte “con le unghie e con i denti” per arrivare alla verità sull’uccisione del grande intellettuale di Casarsa. S. Parrello è anche autore del libro Poesie e pensieri per Pasolini (David and Matthaus, 2015), presentato lo scorso 29 dicembre nel corso dell’evento Fermata Pasolini (in cui era compresa anche la mostra fotografica I Tanti Pasolini), curato dall’Archivio Riccardi con il patrocinio del Municipio Roma VIII, dell’Istituto Quinta Dimensione e dell’Associazione Carousel Noir, e svoltosi dal 15 al 23 e dal 27 al 30 dicembre presso la Sala Presidenziale della Stazione Ostiense di Roma.
Nel pubblico, presente anche Simona Zecchi, autrice del coraggioso libro Pasolini. Massacro di un poeta (Ponte alle Grazie, 2015), presentato lo corso 22 dicembre nel corso del medesimo evento.
Alla fine dell’incontro, P. Bolognesi ha esortato i presenti a prendere delle cartoline indirizzate Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi:
“Chiedo che venga istituita la Commissione parlamentare d’inchiesta monocamerale sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini proposta dagli on. Paolo Bolognesi e Serena Pellegrino (Doc. XXII n. 57), sottoscritta da 59 deputati e sostenuta da oltre 10.000 cittadini che hanno firmato la petizione lanciata su change.org dall’avv. Stefano Maccioni e dalle 200 persone, tra cui artisti, scrittori, giornalisti, che hanno aderito al Comitato del regista Enzo De Camillis perché il Parlamento indaghi sul caso”.
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