Angela Lansbury nell’ottobre 2016 ha spento novantuno candeline.
Nata a Londra nel 1925, studia recitazione in Inghilterra dapprima presso la Webber-Douglas School of Singing and Dramatic Art, e poi, trasferitasi negli Stati Uniti con la famiglia in seguito ai bombardamenti di Londra dell’autunno del ’40, alla Feagin School of Drama and Radio.
In circa settant’anni di carriera ha lavorato sia in teatro, sia al cinema e in televisione.
Nel ’42, a diciassette anni, si esibisce come cantante e cabarettista in un night club di Montreal – in Canada – e, nel frattempo fa dei provini per il cinema.
Attrice di ragguardevole talento, ottiene la sua prima Nomination all’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista per il suo primo film: Angoscia (1944) di George Cukor, in cui lavora con Ingrid Bergman e Charles Boyer.
L’anno successivo ne otterrà un’altra (sempre come Miglior Attrice Non Protagonista) per il ruolo della giovane Sybil Vane, Il ritratto di Dorian Gray di Albert Lewin, tratto dall’omonimo libro di Oscar Wilde, e con cui vince il Golden Globe.
Dopo Le ragazze di Harvey (1946) di George Sidney e Nuvole passeggere (1946) di Richard Whorf, nel ’47, Albert Lewin – la vorrà insieme a George Sanders ne Il disonesto, versione cinematografica di Bel Ami di Guy de Maupassant.
Dopo Lo stato dell’Unione (1948) di Frank Capra, I tre moschettieri (1948) di George Sidney e Il Danubio rosso (1949), anch’esso diretto da George Sidney, negli anni Cinquanta appare in numerosi film, fra cui ricordiamo Kind Lady (1951) di John Sturges, Gli ammutinati dell’Atlantico (1952) di Edward Dmytryk, La porta del mistero (1953) di Don Weis, L’ultimo agguato (1954) di Paul Guilfoyle, La maschera di porpora (1955) di H. Bruce Humberstone, il western I senza Dio (1955) di Joseph H. Lewis, in cui lavora con Randolph Scott, Mi dovrai uccidere! (1956) di Peter Godfrey, in cui recita con un Raymond Burr pre Perry Mason e Ironside, La lunga estate calda (1958) di Martin Ritt, in cui lavora con Paul Newman, Joanne Woodward e con il grande Orson Welles (il quale, fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, intervistato da un giovane Peter Bogdanovich, affermerà “Mi è piaciuto molto lavorare con Joanne Woodward – avevamo delle belle scene insieme – e con Angela Lansbury. L’adoro”. L’intervista-fiume di Peter Bogdanovch a Orson Welles è stata pubblicata nel settembre 2016 dal Saggiatore nella collana “La Cultura” con il titolo Il cinema secondo Orson Welles, a cura di Jonathan Rosenbaum e con traduzione di Roberto Buffagni), la commedia Come sposare una figlia (1958) di Vincente Minnelli, in cui recita con Rex Harroson, Kay Kendall e Sandra Dee, L’estate della diciassettesima bambola (1959) di Leslie Norman.
Nel 1964 debutta a Broadway con il musical Anyone Can Whistle di Stephen Sondheim, ma il successo – sia di pubblico sia di critica – arriverà dal musical Mame (la cui musica era stata scritta da Jerry Herman per Judy Garland, la quale poi rinuncerà alla parte), che replicherà con grande e instancabile professionalità per millecinquecento volte ed otterrà il suo primo Tony Award (in seguito ne vincerà altri tre – nel ’69, nel ’74 e nel ‘79).
Nel frattempo lavora ne Il buio in cima alle scale (1960) di Delbert Mann, E il vento disperse la nebbia (1962) di John Frankenheimer, e Va’ e uccidi (1962) anch’esso diretto da John Frankenheimer, in cui interpreta il ruolo – negativo – della madre di Laurence Harvey, il quale aveva solo tre anni meno di lei. Questo il suo destino per la maggior parte della sua carriera: quello di esser scritturata per parti da donna cattiva o strampalata, spesso molto più vecchia della sua età effettiva, anche per via per via del suo volto dai lineamenti marcati, decisamente lontano dai canoni estetici femminili che andavano per la maggiore nel cinema dell’ epoca nonostante il suo fisico atletico, la sua alta statura (oltre un metro e settanta), le sue qualità attoriali, e la sua notevole versalità.
Negli anni Settanta la ricordiamo nel film Disney “evergreen” Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) di Robert Stevenson (già regista di alcuni classici Disney quali Zanna gialla – 1957 -, Geremia cane e spia – 1959 -, Darby O’ Gill e il re dei folletti – 1959 -, Un professore fra le nuvole – 1961 -, I figli del capitano Grant – 1962 -, Professore a tutto gas – 1963 -, il celeberrimo Mary Poppins – 1964 -, F.B.I. Operazione gatto – 1965 -, Il fantasma del pirata Barbanera – 1968 -, Un maggiolino tutto matto- 1969), in cui lavora con David Tomlinson, e nei gialli Assassinio sul Nilo (1978) di John Guillermin, tratto dall’omonimo libro di Agatha Christie e in cui recita con Peter Ustinov (che interpreta il celebre detective belga Hercule Poirot), David Niven e Mia Farrow, Il mistero della signora scomparsa (1979) di Anthony Page, e Assassinio allo specchio (1980) di Guy Hamilton, anch’esso tratto da Agatha Christie.
Nonostante le sue ottime prove cinematografiche e teatrali nell’arco di circa quarant’anni e le numerose apparizioni televisive (dal ‘50 all’83), Angela Lansbury diventerà nota in tutto il mondo ed entrerà nell’immaginario collettivo come Jessica B. Fletcher, l’acuta e caparbia scrittrice di romanzi gialli di Cabot Cove – nel Maine – che collabora con la polizia per risolvere casi di omicidio ne La signora in giallo, ruolo interpretato per dodici stagioni consecutive (dall’84 al ’96) per un totale di oltre duecentocinquanta episodi della CBS, diffusi in decine di Paese con enorme successo di pubblico. Successo che ancora oggi prosegue intramontabile attraverso le numerose repliche televisive.
Dopo la conclusione della serie torna a lavorare a teatro ed appare come “guest star” in alcuni telefilm e film tv.
Nel 2013, ancora attiva – soprattutto a teatro – nonostante l’età avanzata, le viene conferito il titolo britannico di Dame e un meritato (e, secondo molti, tardivo) Oscar alla Carriera.