Auguri a Susan Sarandon

Susan Sarandon il 4 ottobre 2016 ha spento settanta candeline. Nata a New York nel 1946, Susan Abigail Tomalin –...

Susan Sarandon con Burt Lancaster in "Atlantic City USA" di Louis Malle

Susan Sarandon il 4 ottobre 2016 ha spento settanta candeline.

Nata a New York nel 1946, Susan Abigail Tomalin – meglio nota come “Sarandon” – da genitori che con le loro origini italiane, inglesi, gallesi, e irlandesi incarnano il classico “melting pot” americano, prima di nove figli, si ribella fin da giovanissima alla severa educazione che le viene imposta. Dopo il diploma a Washington, frequenta la Catholic University of American Drama School, dove comincia ad interessarsi alla recitazione ed incontra e sposa Chris Sarandon (futuro interprete – insieme ad Al Pacino e John Cazale – del drammatico Quel pomeriggio di un giorno da cani – 1975 – di Sidney Lumet), dal quale si separerà alla fine degli anni Settanta conservandone però il cognome come “nome d’arte”.

Ribelle e anticonformista, scende in piazza partecipando attivamente alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili. Nel ’68 partecipa alla Convention Nazionale del Partito Democratico, in cui interviene a favore degli studenti, che in quegli anni stavano ribellando contro la rigidità imposta dalla società.

Due anni dopo esordisce al cinema ne La guerra del cittadino Joe (1970) di John G. Avildsen (futuro regista di Rocky), nel ruolo della figlia hippie di un pubblicitario.

Nel ’71 va per la prima volta in Italia per partecipare a La mortadella di Mario Monicelli.

Dopo alcuni ruoli secondari in film quali Fleur bleu (1971) di Larry Kent, Lovin’ Molly (1974) di Sidney Lumet, Prima pagina (1974) di Billy Wilder, in cui lavora con Jack Lemmon e Walter Matthau, e Il temerario (1975) di George Roy Hill, in cui recita con Robert Redford, si afferma con The Rocky Horror Picture Show (1975) di Jim Sharman, musical rock britannico che, a partire dagli anni Ottanta, verrà considerato un cult movie ed una sorta di “manifesto” della liberazione giovanile e della cultura camp.

Dopo Dragonfly (1976) di Gilbert Cates, Percorso infernale (1977) di Alan Gibson, L’altra faccia di mezzanotte (1977) di Charles Jarrot e L’ultima frontiera (1977) di John Leone, il cui lavora con Henry Fonda, nel’ 78 è protagonista di Pretty Baby (1978) di Louis Malle, in cui lavora con la giovane Brooke Shields.

Dopo Il re degli zingari (1978) di Frank Pierson e Toccando il paradiso (1979) di David Helpern, nell’80 interpreta l’aspirante croupier che viene aiutata da un anziano ex gangster sullo sfondo di una città in fase di trasformazione nel drammatico Atlantic City USA di Louis Malle, in cui lavora con un grandissimo Burt Lancaster, e con cui ottiene una Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista.

Negli anni Ottanta vive fra New York e Roma.

A differenza di illustri colleghe della sua generazione (ricordiamo Vanessa Redgrave, Jane Fonda, Samantha Eggar, Faye Dunaway, Barbra Streisand, Jacqueline Bisset, Diane Keaton, Charlotte Rampling, Goldie Hawn, Meryl Streep, Jessica Lange), le quali hanno avuto la loro “epoca d’oro” fra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta e poi, a partire dai Novanta hanno cominciato (almeno in parte) a “vivere di rendita”, Susan Sarandon dovrà “faticare” molti anni in più e, nonostante i già citati film degli anni Settanta e le ottime interpretazioni del decennio successivo (ricordiamo film quali Quattro passi sul lenzuolo – 1980 – di Jack Smight, Tempesta – 1982 – di Paul Mazursky, Miriam si sveglia a mezzanotte – 1983 -, Buddy System – 1984 – di Glenn A. Jordan, Posizioni compromettenti – 1985 -, Le streghe di Eastwick – 1987 – di George Miller, in cui lavora con Jack Nicholson, lo sportivo Bull Durham – Un gioco a tre mani – 1988 – di Ron Shelton, in cui recita con Kevin Costner e Tim Robbins – il quale diventerà il suo compagno per i successivi vent’anni – , Ancora insieme – 1988 – di Robert Greenwald, Un detective… particolare – 1989 – di Pat O’ Connor, e Un’arida stagione bianca – 1989 – di Euzhan Palcy), la consacrazione definitiva arriverà solo nel ’91 con Thelma & Louise di Ridley Scott, road movie al femminile in cui interpreta – insieme a Geena Davis – un’irriducibile ribelle, e con cui vince il David di Donatello come Miglior Attrice Straniera e ottiene la seconda Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista.

Dopo tale successo internazionale, l’anno seguente prova a bissarlo con Lo spacciatore (1992) di Paul Schrader, che tuttavia non otterrà gli stessi consensi del film precedente.

Dopo Bob Roberts (1992) di Tim Robbins e I protagonisti (1992) di Robert Altman, ottiene la terza Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per il drammatico L’olio di Lorenzo (1992) di George Miller, in cui lavora con Peter Ustinov.

Due anni dopo, il ruolo della caparbia avvocatessa che difende un ragazzino testimone del suicidio dell’avvocato di un pericoloso gangster ne Il cliente (1994) di Joel Schumacher, tratto dall’omonimo libro di John Grisham, e in cui lavora con Tommy Lee Jones, le fa ottenere la quarta Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista.

Dopo Ritrovarsi (1994) di Robert Allan Ackerman  e Piccole donne (1994) di Gillian Armstrong, l’intensa prova dell’ostinata suora “laica” Helen Prejan in Dean Man Walking – Condannato a morte (1995) di Tim Robbins le farà vincere finalmente un meritatissimo Oscar come Miglior Attrice Protagonista.

Dopo The Dreamers (1997) di Gerard Corbiau, Twilight (1998) di Robert Benton, e Illuminata (1998) di John Turturro, lavora – insieme a Julia Roberts e Ed Harris – nell’amaro Nemiche amiche (1998) di Chris Columbus e nel drammatico Il prezzo della libertà (1999) di Tim Robbins.

Fra i titoli degli anni successivi ricordiamo Il segreto di Joe Gould (2000) di Stanley Tucci, la commedia Due amiche esplosive (2002) di Bob Dolman, in cui lavora con Goldie Hawn, Shall We Dance? (2004) di Peter Chelsom, in cui recita con Richard Gere e Jennifer Lopez, Elisabethtown (2005) di Cameron Crowe, Romance & Cigarettes (2005) di John Turturro, Le verità negate (2006) di Ann Turner, Come d’incanto (2007) di Kevin Lima, Nella valle di Elah (2007) di Paul Haggis, in cui lavora nuovamente con Tommy Lee Jones, Middle of Nowhere (2008) di John Stockwell, Solitary Man (2009) di Brian Koppelman e David Levien, Wall Street: il denaro non dorme mai (2010) di Oliver Stone, remake di Wall Strett (1987) diretto dallo stesso Oliver Stone, A casa con Jeff (2011) di Jay e Mark Duplass, Snitch – L’infiltrato (2013) di Ric Roman Waugh, Tammy (2014) di Ben Falcone.

Eccellente la sua apparizione ne La regola del silenzio – The Company You Keep (2012) di – e con – Robert Redford, in cui, da attrice, ha modo di rivivere l’epoca in cui manifestava contro la guerra in Vietnam.

Nel febbraio 2006 ha partecipato alla cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici invernali di Torino, portando la bandiera olimpica insieme ad altre sette donne. Nell’agosto dello stesso anno ha ricevuto il premio “Ragusani nel mondo” e la cittadinanza onoraria di Ragusa (suo nonno materno era un siciliano che, negli anni Venti, era emigrato dal ragusano negli Stati Uniti).

Nel 2010 è stata nominata “ambasciatrice di buona volontà” della FAO.

 

 

Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.