Bernardo Bertolucci compie 75 anni

Auguri a Bernardo Bertolucci. Il 16 marzo compie settantacinque anni. Nato a Parma nel 1941, figlio primogenito del poeta critico letterario Attilio...

foto Carlo Riccardi
Bernardo Bertolucci

Auguri a Bernardo Bertolucci. Il 16 marzo compie settantacinque anni.

Nato a Parma nel 1941, figlio primogenito del poeta critico letterario Attilio Bertolucci, fratello di Giuseppe, regista cinematografico e autore teatrale e cugino di Giovanni, produttore cinematografico.

Inizialmente interessato alla poesia, si iscrive alla Facoltà di Letteratura Moderna dell’Università La Sapienza di Roma, ma ben presto abbandonerà gli studi per il cinema esordendo come assistente di Pier Paolo Pasolini – che abitava nel suo stesso edificio di via Giacinto Carini 45, nel quartiere romano di Monteverde – e muovendo i primi passi come sceneggiatore. Proprio grazie a Pasolini e all’interessamento del produttore Cino Del Duca, lavorerà come assistente alla regia ii Accattone (1961), il primo film diretto dallo scrittore e poeta di Casarsa. L’anno seguente, con Tonino Cervi produttore, realizza La commare secca (1962) il suo primo lungometraggio, su soggetto e sceneggiatura di Pasolini.

In quegli anni si allontana a poco a poco  dal mondo e dalla poetica di Pasolini per inseguire un’idea personale di cinema fondata soprattutto sull’individualità di persone che, sotto un profilo esistenziale e politico, si trovano di fronte a bruschi cambiamenti del loro mondo e di quello circostante senza poter o voler cercare una risposta. Tale tematica sarà presente quasi in tutte le opere di Bertolucci, a partire da Prima della rivoluzione (1964), il suo secondo film.

Anche nei film successivi, Bertolucci continua il suo personale discorso intorno all’ambiguità esistenziale e politica, soprattutto in Partner (1968), interpretato da Pierre Clementi, in Strategia del ragno, tratto da Jorge Luis Borges, e ne Il conformista (1970), interpretato da Jean-Louis Trintignant, tutte opere che verranno presentate in numerosi festival cinematografici ma che avranno scarso successo di pubblico. La grande notorietà arriva nel ‘72 con Ultimo tango a Parigi, interpretato da Marlon Brando e Maria Schneider, un film “scandaloso” che, di fatto, ha segnato un’epoca. Pellicola in cui il sesso viene visto come unica – anche se vacua ed effimera –  forma di trasgressione all’ inesorabile deriva dei protagonisti, che vivono profondi drammi esistenziali e travagliate relazioni. Ultimo tango a Parigi verrà molto contestato in Italia, al punto da scatenare una vera e propria “guerra di censura” che procurerà a Bertolucci una condanna per “offesa al comune senso del pudore” e la privazione di alcuni diritti civili per circa quattro anni.

Dopo vari processi d’appello, la pellicola verrà dissequestrata solo undici anni dopo, nell’87. A partire dal ’76  aumenta la sua notorietà con opere quali Novecento (1976), epico affresco delle lotte contadine emiliane dai primi anni del secolo alla Seconda guerra mondiale e che si avvale di un cast di primissima scelta – da Robert De Niro, Gerard Depardieu, Sterling Hayden, Burt Lancaster, Laura Betti, Francesca Bertini, Dominique Sanda, Stefania Sandrelli, Donald Sutherland, Romolo Valli e), e L’ultimo imperatore (1987), altro grande successo internazionale che vince ben nove premi Oscar, fra cui Miglior Film e Miglior Regia.

Diventa così il primo – e finora unico – regista italiano a vincere il premio di categoria. Nel ‘90 gira in Marocco Il tè nel deserto, mentre nel 1993 realizza Il Piccolo Buddha, interpretato da Keanu Reeves e ambientato in Nepal e negli Stati Uniti.

In seguito torna a girare in Italia riprendendo le tematiche intimiste con alterni risultati di critica e pubblico, a partire da Io ballo da sola (1996), per proseguire con L’assedio (1998) e The Dreamers (2003), che ripercorre una vicenda di passioni politiche e rivoluzioni sessuali di una coppia di fratelli, nella Parigi del ‘68. Nel 2007 gli viene conferito il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, mentre, nel 2011, la Palma d’Oro alla carriera al Festival di Cannes. L’anno successivo dirige la versione cinematografica del romanzo di Niccolò Ammaniti Io e te. Nel 2014, in occasione della mostra Pasolini Roma, ha modo di riincontrare il fotografo Carlo Riccardi, suo amico di lunghissima data che lo aveva già immortalato negli anni Sessanta, all’epoca de La commare secca, del Premio Viareggio del ’62 – a cui parteciparono anche Pier Paolo Pasolini e Adriana Asti – e Prima della rivoluzione.

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Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.