Carcere, Treu (Cnel): 18.654 detenuti hanno un regolare Ccnl

Cantone (DAP): vantaggi e agevolazioni per imprese e cooperative disposte ad assumere I detenuti e le detenute che lavorano con...

Cantone (DAP): vantaggi e agevolazioni per imprese e cooperative disposte ad assumere

I detenuti e le detenute che lavorano con un contratto collettivo nazionale sono 18.654 detenuti (34% dei presenti) di cui 16.181 alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria (84,7%) e 2.473 per imprese/cooperative esterne e hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri dei lavoratori liberi. Percepiscono una remunerazione molto simile a quella dei lavoratori in stato di libertà, hanno diritto alle ferie remunerate, alle assenze per malattia e il datore di lavoro paga per essi i contributi assistenziali (assicurazione sanitaria) e pensionistici.
 
I dati sono stati presentati oggi a Roma, al CNEL, al convegno “Le dimensioni della dignità nel lavoro carcerario” introdotto dal presidente Tiziano Treu, con gli Interventi, tra gli altri, di Francesca Malzani, Professoressa di Diritto del Lavoro, Università degli Studi di Brescia; Carmelo Cantone, Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – DAP; Mauro Palma, Presidente dell’Autorità Garante diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale;  Gianfranco De Gesu, Direttore Generale dei Detenuti del DAP – Ministero della Giustizia, Lucia Castellano, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania.
 
Quella di oggi è la tappa di un percorso avviato dal CNEL con il Ministero della Giustizia e l’Amministrazione penitenziaria con il Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione 2021 in cui, per la prima volta, si sono accesi i riflettori sul lavoro di detenuti e detenute, con un capitolo interamente dedicato al tema a firma di Giuseppe Cacciapuoti, Lucia Castellano e Gianfranco De Gesu, che prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro con l’obiettivo di comprendere, analizzare e sciogliere i nodi burocratici e giuridici che impediscono la piena attuazione del principio Costituzionale.
 
L’ingresso dell’imprenditoria all’interno degli Istituti di pena è venuto dalla legge193/2000 (cd. Legge Smuraglia), che offre incentivi economici alle imprese che assumono detenuti, tra questi uno sconto del 95% sui contributi che il datore di lavoro versa allo Stato per la pensione e l’assistenza sanitaria; l’utilizzo gratuito deii locali e le eventuali attrezzature esistenti; un bonus di 520 euro mensili (sotto forma di credito di imposta) per ogni detenuto assunto. Le agevolazioni proseguono nei diciotto o ventiquattro mesi successivi alla scarcerazione del detenuto, se prosegue il rapporto di lavoro all’esterno con lo stesso datore di lavoro.
 
“I dati sul lavoro nelle carceri italiane o nella giustizia di comunità sono molto confortanti e ci danno, per la prima volta, un’immagine del sistema penitenziario molto diversa da quella che viene generalmente rappresentata ed è un segnale di grande maturità del nostro Paese. L’obiettivo e l’auspicio è spostare sempre di più i contratti dagli istituti penitenziari verso imprese e cooperative ma soprattutto definire percorsi di riabilitazione con enti locali e cooperative per favorire il reinserimento graduale”, afferma Tiziano Treu.
 
“Implementare lavoro in carcere non significa togliere lavoro all’esterno è invece un grande valore per la società e anche di arricchimento del mercato del lavoro stesso. Mai come in questo momento storico c’è bisogno di portare sempre più imprese a sostenere i progetti di reinserimento dei detenuti perché il lavoro penitenziario risente della recessione, così come del periodo pre e post covid”, afferma Carmelo Cantone, Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – DAP;
 
“Il lavoro all’interno degli istituti penitenziari è svolto per la maggior parte in servizi domestici e di manutenzione ordinaria e, in misura minore, sia in attività industriali presso lavorazioni direttamente gestite dall’amministrazione, che in attività agricole presso le colonie e i tenimenti agricoli.
Nel corso del 2022 la Direzione Generale dei detenuti si è impegnata, con le risorse a disposizione,
per razionalizzare le attività delle strutture produttive presenti all’interno degli istituti penitenziari
(falegnamerie, tessitorie, tipografie ecc)”, spiega Gianfranco De Gesu, Direttore Generale dei Detenuti del DAP – Ministero della Giustizia.
“Al CNEL oggi abbiamo sancito un patto fra l’Amministrazione penitenziaria, il terzo settore e il privato profit, con l’obiettivo di incentivare la funzione rieducativa della pena carceraria, avvicinando il mercato del lavoro al mondo degli istituti di pena. I dati dimostrano che la finalità rieducativa della pena è ancora un obiettivo sostanzialmente inattuato, ma per i detenuti lavoratori i dati sono ottimi. Se la recidiva per i detenuti non lavoratori, infatti, si aggira intorno al 70%, per coloro che invece in carcere hanno appreso un lavoro, imparando ad avere fiducia in sé stessi, la recidiva scende drasticamente intorno al 2%.”, afferma il consigliere Gian Paolo Gualaccini.

Valentina Di Luzio

Valentina Di Luzio