Si articola in tutta Italia, con lo sciopero per l’intera giornata e decine di iniziative nelle principali città, la protesta dei lavoratori dei servizi pubblici organizzata per oggi dalla Cisl. Con un obiettivo chiaro e preciso: chiedere il rinnovo dei contratti nazionali, fermi dal 2010, e l’apertura di un vero dialogo su riorganizzazione e innovazione in tutta la p.a. e nel sistema dei servizi ai cittadini.
Protesta che è culminata a Roma con la manifestazione in Piazza Montecitorio, che ha visto un gruppo di lavoratori protagonisti di un flash mob contro il “congelamento” dei contratti e, a seguire, gli interventi dal palco di numerosi rappresentanti delle diverse professionalità dei settori pubblici, del coordinatore della Cisl Lavoro pubblico Francesco Scrima, e il comizio conclusivo del segretario generale della Cisl Annamaria Furlan.
“Sono sei anni che questi lavoratori non vedono il rinnovo del loro contratto, hanno perso in media dai due ai quattromila euro, che sono davvero tanti. Con questa giornata vogliamo obbligare il governo a riaprire il tavolo contrattuale”. Così Furlan dal palco. “Le risorse si possono trovare: con i tagli agli sprechi nell’amministrazione pubblica e nei 70 miliardi della corruzione, nei 150 dell’evasione fiscale, nei 50 dell’evasione contributiva e negli altrettanti di evasione dell’Iva.”
Gli indicatori economici continuano ad essere “tutti negativi”: “C’e’ un assoluto bisogno di rilanciare sviluppo e occupazione”. E’ il commento del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ai dati diffusi oggi dall’Istat sull’andamento del Pil. Parlando con i giornalisti, che le chiedevano un commento anche su recenti dati relativi alla disoccupazione, Furlan ha osservato che occorre “un grande patto tra forze politiche e sociali, tra governo, Regioni, Comuni e rappresentanti dei lavoratori, cioe’ i sindacati, per far ripartire il Paese. Tutti insieme – ha detto – ce la possiamo fare ma da solo nessuno e’ in grado di cambiare una situazione cosi’ drammatica” “C’e’ chi minimizza e chi urla – ha fatto notare ancora la leader della Cisl – ma non serve ne’ minimizzare ne’ urlare”. Per far ripartire il Paese, ha aggiunto, servono grandi opere, infrastrutture, investimenti nella banda larga, nell’innovazione e nella ricerca: “Sento molto discutere di leggi sul mercato del lavoro ma queste leggi non creano nemmeno un posto”.