Il noto scrittore americano sabato 22 ottobre 2016 ha incontrato il pubblico presso l’Auditorium Parco della Musica nell’ambito della Festa del Cinema di Roma.
“Il modo ‘in cui scrivo ha cominciato ad assumere una certa forma grazie al cinema europeo. Mi hanno formato autori come Antonioni, Fellini ma anche Kurosawa’”, ha affermato Don DeLillo (classe 1936). Parola di uno fra i più grandi scrittori americani viventi.
Circa un’ora di conversazione fra Antonio Monda, Direttore Artistico della Festa del Cinema di Roma e l’autore di libri quali Americana (1971; il Saggiatore, Milano 2000; Net, 2003, Einaudi, Torino 2008), End Zone (1972; Einaudi, Torino 2014), Great Jones Street (1973; il Saggiatore, Milano 1997; Einaudi, Torino 2009), La stella di Ratner (1977; Einaudi, Torino 2011), Giocatori (1977; Pironti 1993; Einaudi, Torino 2005), Cane che corre (1978; Pironti 1991; Einaudi, Torino 2009), Amazons (1980), I nomi (1982; Pironti 1990; Einaudi, Torino 2004), Rumore bianco (1985; Pironti 1987; Einaudi, Torino 1999), Underworld (1997; Einaudi, Torino 1999), Cosmopolis (Einaudi, Torino 2003), portato al cinema da David Cronenberg nell’omonimo film del 2012, e L’uomo che cade (2007; Einaudi, Torino 2008), e tornato da poco in libreria con Zero K (Einaudi, Torino 2016), costruito intorno all’amore di Don DeLillo, per il cinema di Michelangelo Antonioni.
L’incontro lo ha infatti aperto leggendo un suo testo scritto ad hoc sul film Deserto rosso (1964). Un viaggio fra colori, suggestioni e conversazioni del film.
”Qui la bellezza è un’ossessione, sembra che il film non possa evitare di essere bello’”, afferma Don DeLillo, il quale rende anche omaggio alla protagonista – Monica Vitti – che definisce ”bellissima”. È l’anima inquieta del cinema di Antonioni, incaricata di non interpretare, ma semplicemente esistere”.
Il dialogo fra Antonio Monda e Don De Lillo è stato inframmezzato dalla proiezione di alcune scene di quattro grandi film di Michelangelo Antonioni: il già citato Deserto rosso, interpretato da Monica Vitti e dall’irlandese Richard Harris, reduce dal successo di Io sono un campione (1963) di Lindsay Anderson, uno fra i capolavori del Free Cinema inglese degli anni Sessanta (Nomination Oscar come Miglior Attore Protagonista e Palma d’Oro al Festival di Cannes), e futuro Lord Morgan in Un uomo chiamato cavallo (1970) di Elliott Silverstein, Zachary Bass in Uomo bianco… va col tuo Dio! (1971) di Richard C. Sarafian, e Marco Aurelio ne Il gladiatore (2000) di Ridley Scott;
L’eclisse (1962), con Monica Vitti e Alain Delon;
L’avventura (1960), interpretato da Monica Vitti e Gabriele Ferzetti;
La notte (1965), con Monica Vitti e Marcello Mastroianni.
In quest’ultimo film, nella scena che si svolge in una libreria Bompiani a Milano appaiono brevemente anche un giovane Umberto Eco, storico autore Bompiani scomparso nel febbraio 2016 all’età di ottantaquattro anni, e Salvatore Quasimodo.
Dopo l’incontro con il pubblico, Don DeLillo ha autografato le copie del suo ultimo libro presso lo spazio presentazioni della libreria Notebook Auditorium.