Il futurismo e l’arte virtuale in mostra allo spazio espositivo dell’EUR “La Vaccheria”

Il nuovo spazio espositivo di Roma Capitale “La Vaccheria”,  gestito dal IX Municipio ed inaugurato nel settembre 2022 con la...

Il nuovo spazio espositivo di Roma Capitale “La Vaccheria”,  gestito dal IX Municipio ed inaugurato nel settembre 2022 con la mostra “Flesh: Warhol & The Cow. Le opere di Andy Warhol alla Vaccheria”, celebra il suo primo anno di attività tornando ad ospitare grandi esponenti dell’arte contemporanea con la rassegna “Dal Futurismo all’Arte Virtuale”.

Il progetto è stato curato da Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei che hanno selezionato varie opere provenienti da due collezioni private poi raccolte dalla Collezione Rosini Gustman, a cura di Gianfranco Rosini ed Elisabetta Cuchetti.

Grazie a questa esposizione, aperta fino al 14 gennaio 2024, si possono ammirare liberamente alcune fra le opere dei più grandi artisti del Novecento seguendo un percorso denso di nomi che vanno dalle Avanguardie più note fino alle installazioni artistiche a noi coeve. Se normalmente per vedere certi maestri ci si deve recare presso grandi musei, grazie a questa rassegna si possono ammirare opere di Balla, Calder, Modigliani, Duchamp, Burri, Rauschenberg, passando per Dalì, Manzoni, Fontana, Boetti, Klein, Liechtenstein, Vasarely, Beuys, Warhol, Niki de Sainte Phalle, De Chirico e molti altri. L’esposizione è stata studiata per indagare le varie tappe dell’arte che nel secolo scorso hanno totalmente stravolto il suo linguaggio espressivo.

L’innovazione artistica delle prime Avanguardie ha dato una spinta propulsiva verso inediti idiomi che di volta in volta, attraverso l’originalità di alcuni suoi artisti, l’hanno resa capace di anticipare il futuro. Per fornire una chiave di lettura inedita, i due curatori hanno immaginato uno spazio strutturando la mostra in quattro “capsule”, differenziate da altrettanti quattro temi, nei quali l’esperienza artistica dello spettatore viene stimolata per far comprendere come si è giunti dalle Avanguardie futuriste dei primi anni del Novecento al nuovo linguaggio “onirico” delle installazioni contemporanee di Arte digitale. Il rimando costante ai due ambiti è infatti studiato per dimostrare come le tematiche odierne affondino le proprie radici nell’arte dei primi anni del secolo scorso, in particolare, nel sodalizio fra arte e scienza.

Questa operazione è stata resa possibile grazie all’uso di varie tecniche e tecnologie immersive che permettono al visitatore di passeggiare all’interno degli spazi, calpestando e rompendo i canoni espositivi in favore di un maggiore impatto emozionale. La prima capsula che introduce alla mostra è “Infinity”, dedicata al Futurismo, costituita da un enorme cubo specchiato – la Mirror Box – in cui troneggia il “Fiore futurista” di Balla circondato da una video opera immersiva che attraverso linee, suoni, volumi e colori, riprende le tematiche del movimento artistico del primo Novecento.

Proseguendo, gli specchi riflettono anche altre opere di artisti come Calder, Modigliani o Levi in chiara antitesi con l’opera del futurista. A seguire, la seconda casula “Avantgard”, sempre circondata dagli specchi della Mirror Box, che racchiude invece, opere di Burri, Boetti, Victor Vasarely, Dalì, Manzoni, Man Ray, Duchamp, Rauschenberg e Fontana. Niki de Saint Phalle è invece il cuore della terza capsula, di chiara matrice “Pop”, da cui riprende il nome, dentro cui lo spettatore viene invitato ad introdursi in un surreale giardino segreto creato da piante vere e neon colorati entro cui soggiornano, come esseri soprannaturali, le “Nanà danzanti”.

A questa suggestiva installazione, fanno da contorno altre interessanti opere di Roy Liechtenstein, Andy Warhol e Joseph Beuys che riportano l’osservatore alle radici del movimento artistico degli anni Cinquanta. In conclusione, la quarta ed ultima capsula, denominata “Metafisica” con il chiaro intento di celebrare il maestro Giorgio De Chirico. Questa infatti, ne riproduce un fantomatico studio attorno a cui un’ambientazione, dal forte connotato onirico, viene ricreata, attraverso il sound design ispirato all’Arianna di Monteverdi, in una videoproiezione che riproduce sequenze prospettiche di archi che rimandano agli edifici metafisici ed al mito di Arianna con relativo filo fluorescente.

Con quest’ultimo scenario i curatori dimostrano quanto ancora il concetto di “Metafisica” sia attuale riuscendo a concentrarsi sull’essenza delle cose superandone la realtà visibile o percepibile dei cinque sensi. L’esposizione, è ad ingresso gratuito, con orari da martedì a giovedì dalle 9 alle 13, da venerdì a domenica dalle 9 alle 19, ed è stata realizzata dal IX Municipio col supporto di Roma Capitale e Zètema, con il coordinamento di Gianfranco Rosini per IconArs S.R.L. e le ambientazioni artistiche di Kifitalia. (La Vaccheria – Via Giovanni l’Eltore, 35 – 00144 Roma).

Francesca Gianna

Francesca Gianna