“La fotografia è l’impulso spontaneo di un’attenzione visiva perpetua che capta l’istante e la sua eternità. Una fotografia è per me riconoscere simultaneamente, in una frazione di secondo, da un lato il significato di un fatto e dall’altro l’organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che questo fatto esprimono […]
“La fotografia è l’impulso spontaneo di un’attenzione visiva perpetua che capta l’istante e la sua eternità. Una fotografia è per me riconoscere simultaneamente, in una frazione di secondo, da un lato il significato di un fatto e dall’altro l’organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che questo fatto esprimono […] per me il contenuto non può mai essere disgiunto dalla forma. Intendo per forma l’organizzazione plastica rigorosa che sola rende concreti e trasmissibili i concetti e le emozioni. In fotografia, l’organizzazione della percezione visiva non può che essere formale, in quanto è dominata dal sentimento spontaneo dei ritmi plastici […] in fotografia l’istante è al tempo stesso la domanda e la risposta […e] il gesto e il pensiero coincidono”. Henri Cartier-Bresson.
Questo è esattamente quello che Antonio Cusimano cerca di fare con le sue opere in mostra fino al 15 dicembre nella sede Società Geografica Italiana a Villa Celimontana: creare una sinestesia artistica che vede nella percezione e nell’azione un unico processo indistinto. Le fotografie raccolte in questa mostra, che raccontano il paesaggio siciliano di oggi, instaurano un nuovo rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Nelle foto di Cusimano percepiamo una nuova natura, un “altro” paesaggio. Lo percepiamo in maggiore profondità e con maggiore precisione e questa immagine della realtà proposta dalle fotografie apre a una nuova percezione dello spazio.
Ogni immagine della mostra restituisce una conoscenza approfondita del territorio locale siciliano. Ciò implica una forte simbiosi con i ritmi della natura e queste immagini sono il risultato di una lunga osservazione e comprensione del contesto vitale, del rapporto con le risorse di un determinato ambito territoriale. Il risultato è l’accumulo iridescente di colore che rende l’immagine del territorio fotografato animata dai confini irregolari che connettono spazi e tempi dell’alterità.
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