Il museo Civico di Zoologia rivela i segreti dell’antica tecnica di conservare reperti zoologici, con la mostra “L’arte della tassidermia. Un mestiere al servizio della natura”, dal 2 dicembre 2011 al 15 aprile 2012.
Il museo Civico di Zoologia rivela i segreti dell’antica tecnica di conservare reperti zoologici, con la mostra “L’arte della tassidermia. Un mestiere al servizio della natura”, dal 2 dicembre 2011 al 15 aprile 2012.
In mostra oltre 60 esemplari di animali, deceduti per cause naturali o accidentali oppure provenienti da sequestri a bracconieri che, grazie a questa tecnica, sembrano quasi “riacquistare nuova vita”, se non altro per la morbidezza delle loro forme e la vivacità dello sguardo.
Nella Sala della Balena ci si potrà imbattere nei lupi recuperati dal Corpo Forestale dello Stato oppure in Romeo e Giulietta, la romantica coppia di condor delle Ande vissuti in quello che un tempo era il Giardino Zoologico, a cui erano stati donati da Mussolini che li aveva ricevuti dal Governo Cileno all’inizio degli anni Trenta.
Due animali longevi che avevano superato i 70 anni di età (considerato che l’età media di un condor è 40 anni) e che, fedeli al loro amore, sono morti nel 2002 a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra. O la tenerezza della tigre e il suo cucciolo, deceduti in uno zoo e preparati da un esperto tassidermista toscano, che lavora anche per molte istituzioni museali italiane.
Una mostra particolare, nuova, coinvolgente che, nelle sue molteplici sfaccettature, racconta il rapporto tra uomo e animali attraverso il tempo. La stanza dei trofei del primo Novecento, ad esempio, ricorda quando l’uomo era cacciatore e gli animali semplici prede da esibire. Per chi vuole saperne di più sulle tecniche di base sono state allestite delle vetrine che le illustrano attraverso alcune preparazioni tassidermiche di uccelli e mammiferi.
La tassidermia come un’arte, ed ecco che vengono esposte alcune preparazioni – molte delle quali premiate a livello internazionale – che richiedono buona manualità, conoscenze anatomiche e senso artistico ma, ancora di più, passione e rispetto per gli animali. O il confronto scientifico che vede la preparazione di un giovane gorilla, realizzata negli anni Cinquanta del secolo scorso, messa a confronto con quella recente di Romeo e Giulietta. Piccole grandi storie che si intrecciano al Museo di Zoologia: la piccola storia di un toccante messaggio in bottiglia, nascosto da un tassidermista nella testa di leone marino, inserita in una storia molto più grande come quella della Seconda Guerra Mondiale. “Quando un animale muore e niente di esso viene conservato, muore due volte. E la seconda è per sempre”. Lo dicono i tassidermisti. In questa mostra si cerca di raccontare la seconda vita nel rispetto della prima.
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