La Fiom scende in piazza sotto la guida del leader delle tute blu Cgil, Maurizio Landini, contro il Jobs act, per difendere il lavoro, i diritti, la democrazia.
La Fiom scende in piazza sotto la guida del leader delle tute blu Cgil, Maurizio Landini, contro il Jobs act, per difendere il lavoro, i diritti, la democrazia. Contro il governo Renzi e le sue politiche sbagliate, su questi punti con il sostegno della Cgil, presente con il numero uno Susanna Camusso: un esecutivo che sta facendo anche “peggio del governo Berlusconi”, attacca lo stesso Landini dal palco di piazza del Popolo.
Da dove promette l’inizio di “una nuova primavera” del lavoro e dei diritti, lancia la sfida non solo all’esecutivo “padronale” ma anche alla Confindustria (la cui “ricetta”, dice, non darà al Paese né ripresa né occupazione) e da dove rilancia la proposta della coalizione sociale: “Uniamo ciò che il Governo divide”, mettendo insieme “associazioni, movimenti, persone”. Quella necessità di unione, a partire da “tutti i lavoratori”, che è nello slogan stesso scelto per la manifestazione ‘Unions!’. Landini, chiudendo l’intervento dal palco, sostiene “un nuovo modello di sviluppo, una riforma democratica del sindacato, coinvolgendo altri soggetti e allargando la rappresentanza: è quello che dobbiamo fare, è la risposta più forte ad un Governo che ha già fatto la sua coalizione sociale con Confindustria e Bce”.
Oltre a lavoratori, precari, studenti e altre categorie della Cgil, in piazza anche una parte del mondo politico in senso stretto: delle minoranze Pd ci sono Stefano Fassina, Pippo Civati, Barbara Pollastrini e c’è la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, che sceglie di stare in piazza in mezzo alla gente e che poi Landini ringrazia dal palco per la sua presenza “per la legalità”. E poi c’è Sel al gran completo, a partire dal leader Nichi Vendola; tra gli altri, il magistrato ed ex leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia e il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero. Dal palco parla anche il costituzionalista Stefano Rodotà.
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