La storia di Stefano Cucchi al Festival di Roma

    148 Stefano. Mostri dell’inerzia è il documentario di Maurizio Cartolano, prodotto da Ambra Group e distribuito dal Fatto...

 

 

148 Stefano padellaro-travaglio148 Stefano. Mostri dell’inerzia è il documentario di Maurizio Cartolano, prodotto da Ambra Group e distribuito dal Fatto Quotidiano dal 30 novembre, che mercoledì 2 novembre è stato presentato in anteprima al Festival di Roma.

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148 Stefano. Mostri dell’inerzia è il documentario di Maurizio Cartolano, prodotto da Ambra Group e distribuito dal Fatto Quotidiano dal 30 novembre, che mercoledì 2 novembre è stato presentato in anteprima al Festival di Roma: “Restituisce l’immagine autentica di Stefano e dei suoi rapporti con la famiglia, perché la sua storia sopravviva alle ipocrisie: ora è l’unico mezzo, perché sono sfiduciata della vicenda giudiziaria”, dice Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, anima e nerbo del progetto (guarda il video).
«Vorrei che questo processo andasse a monte, che si ricominciasse da zero. Anziché cercare di stabilire una verità, è un continuo linciaggio di Stefano».
Il processo vede sul banco degli imputati nove fra medici e infermieri, e tre agenti penitenziari.
La produzione di Simona Banchi con Valerio Terenzio punta piuttosto a far conoscere Stefano com’ era, attraverso le lettere al padre («ho bruciato i miei vent’ anni, scusa»), le feste di compleanno, le parole di papà Giovanni che si muove nel quartiere di Torpignattara: «Lui qui si sentiva a casa. Sembrava spavaldo, era tanto insicuro». Murales con il volto smunto di Stefano, bimbi che giocano sull’asfalto. Dal nastro dell’udienza di convalida: «Sono Cucchi Stefano. Scusate, non riesco a parlare bene». Ancora: le immagini del corteo dopo la morte, le testimonianze dell’avvocato Fabio Anselmo, di Luigi Manconi («A buon diritto»), del senatore Ignazio Marino, di un legale per il quale «in tanti arrivano alle convalide sofferenti». Fino a Ilaria che con Lucia Uva e Patrizia, mamma di Federico Aldrovandi, dice «siamo vittime delle forze dell’ ordine». Lunga la lista di quelli che non hanno voluto parlare, dal direttore del carcere di Regina Coeli, al primario della struttura protetta al Pertini. Non ci sono, nel film, le foto scioccanti di Stefano sul tavolo dell’ obitorio, registrato con il numero 148 perché altri 147 erano morti in carcere dall’ inizio dell’ anno (da qui il titolo). «La giustizia non sarà mai totale – conclude Ilaria – ma adesso tutti sapranno».
Alla fine della proiezione, si è tenuto un incontro con il regista, Ilaria Cucchi, Marco Travaglio e Antonio Padellaro.

Guarda il video con alcuni estratti del documentario – Clicca qui

Giovanni Currado

Giovanni Currado

Responsabile editoriale dell'agenzia Agr Srl. Giornalista e fotografo, autore di diversi reportage in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi

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