“Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava il nuovo acquisto della democrazia”.
Così Maria Bellonci, nata a Roma nel 1902 e scomparsa trent’anni fa, nel maggio 1986, racconta la nascita dell’idea di dar vita a un nuovo premio letterario, che, nell’Italia del dopoguerra, contribuisse alla rinascita culturale del Paese. Il Premio Strega verrà annunciato nel febbraio 1947 e, grazie al mecenatismo di Guido Alberti, gli verrà dato il nome del noto liquore prodotto dalla sua azienda. Da allora gli “Amici della domenica”, che oggi formano un corpo di quattrocento persone inserite in vario modo nella cultura italiana, si riuniscono ogni anno per scegliere il vincitore in due successive votazioni. La prima avviene a giugno in casa Bellonci, mentre la seconda nei primi giorni di luglio al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma. Fin dalla sua nascita il Premio Strega è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani. I libri premiati hanno raccontato il nostro Paese, documentandone la lingua, i cambiamenti, le tradizioni.
Maria Bellonci esordisce da scrittrice nel ‘39 con la psicobiografia Lucrezia Borgia. La sua vita e i suoi tempi, pubblicata in italiano da Arnoldo Mondadori e in inglese da Phoenix.
I suoi libri di argomento storico si fondano su una ricca e minuziosa ricerca storica condotta attraverso la consultazione dei documenti originali, a partire dai quali la scrittrice ricostruisce vividi e credibili ritratti dei personaggi storici descritti. Pertanto, la sua opera acquista un prezioso valore divulgativo, portando al cosiddetto “grande pubblico” una versione umana e storicamente documentata – nonché libera dalle numerose leggende accumulatesi nel corso dei secoli – di personaggi lontani nel tempo, quali i Borgia, gli Este, i Gonzaga, i Della Rovere, Marco Polo, che, all’inizio degli anni Ottanta, verrà anche portato sul piccolo schermo in uno sceneggiato televisivo Rai curato dall’autrice stessa.
Nel ’47, come già detto, all’interno del suo salotto letterario – denominato gli “Amici della domenica” – nasce il Premio Strega, da lei ideato insieme a Guido Alberti e la cui genesi verrà rievocata dalla stessa Maria Bellonci in Come un racconto gli anni del Premio Strega (Club degli Editori, Milano 1969).
Nel ‘79 riceve il Premio San Gerolamo.
Dal suo romanzo Segreti dei Gonzaga (Mondadori, Milano 1947) e dal racconto – contenuto in Tu vipera gentile – Delitto di Stato (Mondadori, Milano 1972), nell’82, verrà tratta la miniserie televisiva Delitto di stato, diretta da Gianfranco De Bosio.
Nell’86 – ovvero nell’anno della sua scomparsa – sarà lei stessa a vincere il Premio Strega con Rinascimento privato (Mondadori), biografia di Isabella d’Este scritta in forma di romanzo autobiografico e considerato il suo capolavoro.
Fra le altre sue opere ricordiamo Milano Viscontea (Edizioni Radio Italiana, Torino 1956), Pubblici segreti (Mondadori, Milano 1965), Io e il premio Strega (Mondadori), pubblicato postumo nel 1987, Segni sul muro (Mondadori), pubblicato postumo nel 1988, Pubblici segreti n. 2 (Mondadori, Milano 1989), Il premio Strega (Mondadori, Milano 1995), Gente in castello (Mondadori, Milano 2007).