Pelle di Donna. Identità e bellezza tra arte e scienza, inaugurata negli spazi della Triennale milanese lo scorso 24 gennaio e visitabile fino al 19 febbraio.
Pelle di Donna. Identità e bellezza tra arte e scienza, inaugurata negli spazi della Triennale milanese lo scorso 24 gennaio e visitabile fino al 19 febbraio. L’esposizione, a cura di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, nasce da un progetto di Fondazione Antonio Mazzotta e Boots Laboratories (marchio-icona del benessere in UK distribuito in Italia da Procter & Gamble) che fa convergere due settori, l’arte e la scienza, su un unico tema. Il soggetto è l’organo più esteso e visibile del corpo umano, la pelle, sul quale ovviamente ha lavorato anche un comitato scientifico di dermatologi e cosmetologi. Tramite opere d’arte di stile, tecniche, epoche differenti, documenti e oggetti antichi, pellicole cinematografiche e interventi site specific, vengono esplorati i molteplici aspetti della pelle, della femminilità, della bellezza, sino a condurre lo spettatore in un laboratorio scientifico.
Alcuni dei nomi in mostra sono Giacomo Balla, Franz von Bayros, Vanessa Beecroft, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi, Giuliana Cuneaz, Gillo Dorfles, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Robert Gligorov, Abel Herrero, Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Prantl, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Murizio Riccardi e Massimo Papi, Tom Wesselmann, Vanessa Beecroft, ma il percorso, introdotto da un gioco di corrispondenze tra macro e microcosmo, tra immagini della superficie di astri e pianeti e immagini dell’epidermide vista al microscopio, è articolato in sei sezioni.
La prima sezione è intitolata La scoperta della pelle e presenta le rarissime cere settecentesche della scultrice e anatomista Anna Morandi, le miniature delle farmacie antiche di Ettore Sobrero,e “marchingegni d’igiene” di ieri e di oggi, provenienti da musei aziendali.
Un “tunnel di mostri”, realizzato in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano, funge da raccordo con la sezione cuore dell’esposizione: il Volto della bellezza, che ripercorre la storia della cosmetica e il mutare del concetto del bello. Dalla classica bellezza del gesso di Canova e delle donne Art Noveau di Alfons Mucha, alle visioni oniriche di Odilon Redon, Alberto Martini, Adriana Bisi Fabbri, sino ai bellissimi incarnati delle donne-icone immortalate da Man Ray, al Ritratto di Daniela Morera (1981) e Ladies and Gentlemen di Andy Warhol, alla preziosa Maquette for Monica in the Bedroom di Tom Wesselmann (1986); tra le testimonianze più recenti sul tema, spiccano le opere di Andreas Serrano e Yoshie Nishikawa.
Le opere proposte da Massimo Papi, dermatologo e organizzatore della manifestazione Dermart, e dal fotografo Maurizio Riccardi, propongono il confronto tra la pelle e l’universo: come la superficie dei pianeti, descritti da ombre, colori, sfumature, anche la “superficie” dell’uomo, quindi la pelle, vista con gli strumenti del dermatologo, ritrova le caratteristiche proprie dell’universo, le stesse magnifiche linee e le inconfondibili forme.
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