George Kennedy se n’è andato a novantuno anni.
Nato a New York nel febbraio 1925, esordisce al cinema nel ’60, dopo circa quindici anni di carriera militare, in un piccolo ruolo – non accreditato – in Spartacus di Stanley Kubrick. Attore molto versatile e dotato di fisicità minacciosa – era alto più di un metro e novanta – e di sguardo duro e a volte inquietante, nel corso della sua carriera cinematografica e televisiva, che in oltre cinquant’anni comprende più di duecento film e decine di apparizioni in vari telefilm, si è sbizzarrito in numerosissimi ruoli molto differenti fra loro. Ha interpretato parti da criminale, da killer al soldo del miglior offerente, ma anche di caparbio uomo di legge, bandito, senza rifiutare anche commedie e film comici, lavorando con i migliori registi e attori della Hollywood degli anni Sessanta e Settanta.
Lo ricordiamo nel ruolo del vicesceriffo Gutierrez nel drammatico Solo sotto le stelle (1962) di David Miller, dell’avido e violento criminale Herman Scobie nella celebre giallo Sciarada (1963) di Stanley Donen, del colonnello Gregory nel bellico Prima vittoria (1965) di Robert Aldrich, del freddo sicario Willard nello psicoanalitico Mirage (1965) di Edward Dmytryk, del tiratore Curley nel western I quattro figli di Katie Elder (1965) di Henry Hathaway, di Bellamy nell’avventuroso Il volo della Fenice (1966) di Robert Aldrich, dello sceriffo Coombs in E venne la notte (1967) di Otto Preminger, del maggiore Ambruster nel celebre Quella sporca dozzina (1967) di Robert Aldrich, di Dragline, il detenuto amico di Paul Newman in Nick mano fredda (1967) di Stuart Rosenberg – con cui vince l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista -, dello sceriffo che insegue James Stewart e Dean Martin attraverso il deserto nel western Bandolero (1968) di Andrew V. McLagen, del detective Di Natale ne Lo strangolatore di Boston (1968) di Richard Fleisher, del vulcanico Joe Patroni, il veterano pilota ed esperto meccanico di Airport (1970) di George Seaton – uno fra i suoi ruoli più noti al grande pubblico e che riprenderà nel ’75, ’77 e ’80 negli altri tre film della serie catastrofica sugli incidenti aerei -, del Rosso in Una calibro 20 per lo specialista (1974) di Michael Cimino, di Bowman in Assassinio sull’Eiger (1975) di Clint Eastwood, del losco avvocato Pennington nel giallo Assassinio sul Nilo (1978) di John Guillermin, tratto dall’omonimo libro di Agatha Christie, del generale Patton nel thriller Obiettivo Brass (1978) di John Hough, del capitano Ashland nell’horror La nave fantasma (1980) di Alvin Rakoff, del capitano Hocken, l’amico di Leslie Nielsen nei tre film (1988, ’91 e ’94) comico-demenziali della serie di Una pallottola spuntata, e altri.
In televisione è stato protagonista, nel ruolo dell’agente Bumper Morgan, della miniserie Poliziotto di quartiere – ventiquattro episodi realizzati fra il ’75 e il ’76 – e, fra l’88 e il ’91, è apparso in circa settanta episodi del telefilm Dallas.
Negli anni Ottanta ha scritto anche anche due libri polizieschi: Murder On Location (1983), pubblicato in Italia due anni dopo nella collana “Gialli Mondadori” con il titolo Riflettori sul delitto, e Murder on High (1984).
Attivo anche in età avanzata nonostante vari problemi cardiaci, in epoche più recenti appare in Non bussare alla mia porta (2005) di Wim Wenders e in The Gambler (2014) di Rupert Wyatt, suo ultimo film.
Un mese fa era stato ricoverato a Middleton, in Idaho, in una clinica per malati terminali.
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