La colonna sonora e i suoi protagonisti: dal compositore al music supervisor, dal sound designer al consulente musicale.
Il libro di Marco Testoni – compositore, music supervisor e consulente musicale nel settore della musica per il cinema – è rivolto non solo agli “addetti ai lavori” del settore cine-televisivo, ma anche a tutti coloro che vogliano avvicinarsi in modo più completo e moderno al “sistema musica” visto nella sua globalità, ovvero come un multiforme insieme di elementi funzionali alla realizzazione finale di una produzione audiovisiva, artistica o d’intrattenimento.
Relativamente al rapporto fra parola e musica nei film, lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami (1940-2013) scrisse che la funzione della musica nel cinema è l’unico elemento non reale in un contesto – quello cinematografico – che rappresenta fedelmente la realtà e che, in un certo qual modo, ne è la fotografia.
“La musica all’interno del cinema ha una funzione fondamentale perché è in grado di determinare il sentimento che lo spettatore deve provare osservando una determinata scena. Niente di più di un sentimento, ma può trasformare il senso della storia rappresentata. Nel cinema l’uso enfatico e quello strumentale della musica coesistono: grazie alla musica, lo spettatore riceve la chiave di lettura di una scena. In base al tipo di musica scelto come sottofondo, una medesima scena può essere interpretata anche in modi opposti perché l’elemento musicale stabilisce un rapporto con le immagini tale da determinarne il senso”.
Pertanto, si tratta di un lavoro delicatissimo e importante che ha avuto una sua evoluzione con l’avvento dei nuovi media, creando nuove figure professionali e nuove applicazioni tecnologiche. Molte metodiche sono cadute nel dimenticatoio, mentre altre si sono consolidate e perfezionate; molti mestieri sono progressivamente ed inesorabilmente scomparsi, mentre altri si sono affermati.
La realtà di oggi è che una grande quantità di musica si riversa ogni giorno nei visual media e una fetta sempre più rilevante degli introiti dell’industria musicale deriva dal successo di un film o dallo sfruttamento dei diritti di sincronizzazione dei brani ad esso collegati. Questioni artistiche, organizzative, tecniche, commerciali e normative si intrecciano fra loro attorno alla realizzazione della veste musicale di un qualsiasi prodotto audio-video: dal “corto” indipendente alla pellicola hollywoodiana, dalla web-serie allo spot pubblicitario, dal videoclip alla videoarte, dalla fiction al documentario, dall’impaginazione musicale di un reality show fino ad arrivare al video ripreso con l’iPhone e pubblicato su YouTube dall’ultima fashion blogger.
Un territorio molto vasto in cui operano musicisti, produttori, editori, consulenti musicali e tecnici, e anche una nuova figura professionale di riferimento con un “know-how” particolarmente mirato alle tematiche connesse alla musica per immagini: il music supervisor. Una figura di raccordo fra editore, regista, produttore, compositore e i terzi, ovvero tutte le etichette e le case discografiche che sono interessate a inserire brani di musica non originali all’interno del film. Coordina il lavoro di studio di registrazione, propone le musiche aggiuntive, gestisce i contratti editoriali.
Music e visual media, pubblicato dalla Dino Audino editore nella collana “I Taccuini” e disponibile in libreria e online da luglio 2016, è un libro utile per chi volesse affacciarsi al mondo delle colonne sonore per conoscere da vicino meccanismi e segreti. Un manuale moderno, contemporaneo, che spazia dall’era analogica a quella digitale, fra orchestre reali e virtuali.