Nino Castelnuovo il 28 ottobre 2016 ha compiuto ottant’anni.
Nato a Lecco nel 1936, Secondo di quattro fratelli – due fratelli e una sorella – comincia a lavorare da bambino e, dopo aver praticato la ginnastica artistica e il ballo, nel ‘55 si trasferisce a Milano, dove diventa allievo della scuola del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler.
Nel ‘57 comincia a lavorare nell’allora neonata televisione italiana partecipando come mimo al programma di Cino Tortorella Zurlì il mago del giovedì.
Al cinema esordisce due anni dopo in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi, in cui lavora con una giovane Claudia Cardinale, la quale, di lì a breve, si affermerà con film quali Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti, La ragazza con la valigia (1961) di Valerio Zurlini, Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Premio Strega 1959), Otto e 1/2 (1963) di Federico Fellini, e La ragazza di Bube (1963) di Luigi Comencini, tratto dall’omonimo libro di Carlo Cassola (Premio Strega 1960).
Negli anni successivi prosegue interpretando ruoli secondari in numerose pellicole, fra cui ricordiamo Il gobbo (1960) di Carlo Lizzani, in cui lavora con Gerard Blain e Pier Paolo Pasolini, La garconnière (1960) di Giuseppe de Santis, il già citato Rocco e i suoi fratelli, Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini, in cui recita con Alberto Sordi, Serge Reggiani e Martin Balsam, Un giorno da leoni (1961) di Nanny Loy, La smania addosso (1963) di Marcello Andrei.
L’occasione internazionale arriva nel ’64 con Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy, musical francese interamente cantato, in cui lavora con una giovane Catherine Deneuve. Il film otterrà consensi – sia di critica sia di pubblico – in Francia e in altri paesi europei e vincerà la Palma d’Oro al festival di Cannes, ma in Italia passerà quasi inosservato (anche a causa del fatto che il “grande pubblico” italiano dell’epoca non amava molto i musical – e perdipiù sottotitolati).
Tre anni dopo, diventerà uno fra gli attori più noti in Italia grazie al ruolo di Renzo Tramaglino nello sceneggiato televisivo I promessi sposi (1967) di Sandro Bolchi, in cui recita con Paola Pitagora e Salvo Randone.
Dopo altri film (fra cui ricordiamo lo spaghetti western “rivoluzionario” Un esercito di cinque uomini – 1969 – di Italo Zingarelli, in cui lavora con Peter Graves e con un Bud Spencer pre Lo chiamavano Trinità e Piedone lo sbirro) Le sue scelte privilegeranno il teatro e la televisione, dove ha parteciperà a numerosi altri sceneggiati (fra cui Il bivio – 1972 -, Scontro di notte – 1973 -, Ritratto di donna velata – 1974, in cui lavora con Daria Nicolodi pre Profondo rosso -, Lo strano caso di via dell’Angoletto – 1975 -, La gatta – 1978 -, Le affinità elettive – 1978 -, I racconti fantastici di Edgar Allan Poe – 1979 -, Luigi Ganna detective – 1979 -, Un delitto – 1984 -, A viso coperto – 1985 -, Affari di famiglia – 1986 -, Carla. Quattro storie di donne – 1987 -, Il maresciallo Rocca – 1996), seguendo l’onda del suo primo successo.
Nel ’96 Nino Castelnuovo offre una grandissima prova nel ruolo dell’entusiasta archeologo italiano D’Agostino ne Il paziente inglese (1996) di Anthony Minghella, uno fra i film più premiati film di tutti i tempi (compresi due Oscar – uno per il Miglior Montaggio, l’altro per il Miglior Suono – al grande montatore Walter Murch).
Ancora attivo, dal 2013 al 2015 ha interpretato il ruolo del cinico giudice Savio, nella serie Le tre rose di Eva (seconda e terza stagione) e, nel 2016 The Legacy Run – La corsa ai soldi.
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