Norman Lloyd compie 102 anni

Norman Lloyd l’8 novembre 2016 ha compiuto centodue anni. Insieme a Kirk Douglas, il quale ne compirà cento il 9...

Norman Lloyd con Priscilla Lane in "Sabotatori" di Alfred Hitchcock

Norman Lloyd l’8 novembre 2016 ha compiuto centodue anni. Insieme a Kirk Douglas, il quale ne compirà cento il 9 dicembre 2016, è l’ultimo testimone di un’epoca hollywoodiana scomparsa.

Nato a Jersey City nel 1914, Norman Perlmutter – meglio noto con il nome d’arte Norman Lloyd -, attivo da circa settant’anni fa, dopo aver esordito, nel ’38, al Mercury Theatre di Orson Welles (all’epoca della celeberrimo “scherzo” radiofonico de La guerra dei mondi) arriva al cinema l’anno successivo in The Streets of New York di Anthony  Mann.

Nei dieci/dodici anni successivi appare in film quali Sabotatori (1942) di Alfred Hitchcock, nel ruolo del cospiratore nazista Frank Fry (indimenticabile la sua figura inquietante e il finale in precipita giù dalla Statua della Libertà), e in cui lavora con Robert Cummings e Priscilla Lane, Io ti salverò (1945), anch’esso diretto da Alfred Hitchcock, tratto dal libro di Francis Beeding (pubblicato per la prima volta in Italia dal Saggiatore nel 2015), e in cui recita con Ingrid Bergman, Gregory Peck, Michail Cechov e Leo G. Carroll, L’uomo del Sud (1945) di Jean Renoir, Salerno, ora X (1945) di Lewis Milestone, Gli ammutinati di Sing Sing (1945) di H. Bruce Humberstone, Una lettera per Eva (1946) di Jules Dassin, Una giovane vedova (1946) di Edwin L. Marin, La morte è discesa a Hiroshima (1947) di Norman Taurog, Occhio per occhio (1949) di George Sherman, La mano deforme (1949) di Roy Rowland, Il regno del terrore (1949) di Anthony Mann, La corsara (1950) di Frederick De Cordova, La leggenda dell’arciere di fuoco (1950) di Jacques Tourneur, in cui lavora con il grande Burt Lancaster  e con Virginia Mayo, Ho amato un fuorilegge (1951) di John Berry, in cui recita con John Garfield (al suo ultimo film prima della sua prematura scomparsa) e Shelley Winters, L’immagine meravigliosa (1952) di Richard Brooks (il quale, nello stesso anno, dirige anche L’ultima minaccia, che, insieme a Quarto potere – 1941 – di Orson Welles -, L’asso nella manica – 1951 – di Billy Wilder, Un volto nella folla – 1957 – di Elia Kazan, Prima pagina – 1974 – di Billy Wilder, Quinto potere – 1976 – di Sidney Lumet, e Tutti gli uomini del Presidente – 1976 – di Alan J. Pakula, è considerato come uno fra i migliori film americani sul giornalismo mai realizzati), Luci della ribalta (1952) di Charlie Chaplin, del quale è grande amico.

Nel ’52 il maccartismo causa una seria battuta d’arresto alla sua carriera cinematografica e, per oltre vent’anni, lavorerà esclusivamente a teatro e in televisione, come attore (ricordiamo alcune performances in ruoli negativi in alcuni episodi della serie Alfred Hitchcock Presents), regista (nel ’71 dirige anche Lady in WaitingIncidente premeditato -, episodio della prima stagione de Il Tenente Colombo) e produttore. Negli anni Settanta e Ottanta appare anche in telefilm quali Kojak, Quincy, Star Trek: The Next Generation, La signora in giallo.

Al cinema torna alla fine degli anni Settanta nell’horror Audrey Rose (1977) di Robert Wise e poi, alla fine del decennio successivo, in uno fra i ruoli più notio della sua carriera: quella del tirannico preside de L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir, con Robin Williams e Ethan Hawke.

Negli anni successivi appare ne L’età dell’innocenza (1993) di Martin Scorsese, nel telefilm The Practice – Professione avvocati (1997-2003), ed è fra i protagonisti di Seven Days (1998-2000), in cui interpreta il professor Isaac Mentor.

Nel 2005 appare in  In Her Shoes – Se fossi lei di Curtis Hanson, suo ultimo film, in cui ha lavorato con Cameron Diaz e Shirley MacLaine.

A partire dal 2007 si è ritirato a vita privata.

Nel novembre 2014, in occasione del suo centesimo compleanno, il mondo dello spettacolo ha reso omaggio a uno fra gli ultimissimi testimoni dell’epoca d’oro della Hollywood classica anni Quaranta e Cinquanta.

 

Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.