L’esportazione della democrazia con Barack Obama non passa più solo attraverso le armi: oggi, gli Stati Uniti, per abbattere i regimi autoritari, puntano molto sulla libera diffusione di Internet. La ‘primavera araba’, durante la quale i veri protagonisti sono stati i blogger e i social network, ha dimostrato che difendere la rete, in giro nel mondo, e’ ormai il modo migliore per aiutare i dissidenti ad aggirare la censura.
L’esportazione della democrazia con Barack Obama non passa più solo attraverso le armi: oggi, gli Stati Uniti, per abbattere i regimi autoritari, puntano molto sulla libera diffusione di Internet. La ‘primavera araba’, durante la quale i veri protagonisti sono stati i blogger e i social network, ha dimostrato che difendere la rete, in giro nel mondo, e’ ormai il modo migliore per aiutare i dissidenti ad aggirare la censura.
La Casa Bianca sta facendo grandi sforzi, anche finanziari, per creare collegamenti internet e di telefonia mobile “fantasma”, in modo da dare nuova forza alle rivolte contro i dittatori in giro nel mondo che, non a caso, appena possono colpiscono il dissenso bloccando la rete e le telecomunicazioni. Gli USA hanno già speso almeno 50 milioni di dollari per creare una rete indipendente di telefonia mobile in Afghanistan, usando i ripetitori delle basi militari nel paese. L’operazione e’ mirata a contrastare l’abilita’ dei talebani a spegnere le telecomunicazioni afghane ufficiali. Il governo americano, inoltre, sta finanziando la creazione di reti wireless nascoste per permettere agli attivisti di comunicare oltre la portata dei governi in paesi come Iran, Siria e Libia. Un altro progetto riguarda lo sviluppo di ”internet in valigia”, una sorta di kit on-line, portatile, in grado di essere contrabbandata oltre confine e attivata per permettere comunicazioni wireless collegate alla rete Internet mondiale. I piani hanno ricevuto un’accelerazione dopo che il regime egiziano di Mubarak ”spense” la rete durante le proteste all’inizio di quest’anno.
E anche nelle ultime settimane, anche il governo siriano ha più’ volte temporaneamente sospeso gran parte dell’Internet nel Paese, in modo da ostacolare la diffusione della protesta e la mobilitazione dei dissidenti.
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