Palermo è una città piena di fascino e storia, molto è stato scritto sulla sua bellezza, sui luoghi testimoni di grandi fatti e su uomini che hanno contribuito a costruire ciò che oggi è Palermo e la Sicilia.
Palermo è una città piena di fascino e storia, molto è stato scritto sulla sua bellezza, sui luoghi testimoni di grandi fatti e su uomini che hanno contribuito a costruire ciò che oggi è Palermo e la Sicilia.
Ma è possibile osservare Palermo anche da un’altra prospettiva, la quale, però, non trascura il contesto storico in cui è ambientata. “Palermo nascosta” (Dario Flaccovio, 158 pagine, 10 euro) è un libro disponibile in libreria dal 18 giugno scorso ed è stato scritto da Fabio Ceraulo. Il capoluogo siciliano è presentato sotto la luce della narrazione popolare, “ripulito” dalla retorica del racconto storico che spesso fa perdere l’umanità delle sensazioni, dei dolori e delle gioie delle persone che hanno vissuto un periodo storico diverso dal nostro. Certe volte i personaggi sono cronologicamente tanto distanti da noi, da non sentirne più la loro umanità. Questo libro va ad assottigliare proprio questo problema che potrebbe nascere leggendo storie del passato. I racconti coprono un arco temporale a cavallo fra l’800 e il ‘900, in una Palermo piena di vita e popolare.
Per chi non conosce Palermo, attraverso questo libro, può iniziare un percorso che parte dall’essenza di una città piena di umanità, tesa fra povertà e riscatto sociale. Per chi conosce Palermo, invece, può essere un modo per scoprire un volto a tratti nuovo della città, con racconti che hanno un sapore antico e ricordano quelli ascoltati dalla voce dei propri nonni. Racconti magari dimenticati da qualche parte della nostra mente e che affiorano man mano che si leggono le storie.
Un libro diviso in tre parti (Spiriti e sortilegi; Memorie di guerra; Anime palermitane) che si legge velocemente grazie alla sua semplicità e alle storie che si alternano e mantengono sempre alta l’attenzione del lettore.
Oltre alle storie frutto di un lavoro fatto di ascolto e adattamento letterario, ci sono anche ricordi personali dell’autore. Di particolare importanza, sotto quest’ultimo aspetto, è “Ho conosciuto un santo” in cui viene raccontato un personalissimo ricordo di Ceraulo del prete di Brancaccio padre Puglisi. Ne viene fuori un racconto molto toccante e umano, un modo alto di ricordare un uomo che tanto ha dato alla città.
Dopo avere letto questi racconti, qualsiasi lettura di un fatto storico avrà un gusto diverso, si potrà leggere non soltanto inserito nel contesto storico, come è giusto che sia, ma sotto l’aspetto dei sogni e delle speranze di uomini e donne che popolavano una società, oggi testimoniata da questo libro e dai luoghi in esso indicati.
Antonio Marchetta