Una gara ancora aperta che preannuncia una finale –che si terrà il prossimo 7 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma- con molti colpi di scena.
Con 70 voti è primo Edoardo Nesi con il suo romanzo “Storia della mia gente” (Bompiani). Un distacco di 11 voti lo separa dal tris di autori: Bruno Arpaia con “L’Energia del vuoto” (Guanda), Mario Desiati con “Ternitti” (Mondadori) e Mariapia Veladiano con “La Vita accanto” (Einaudi), che hanno avuto 49 voti a pari merito. All’ultimo posto Luciana Castellina con “La Scoperta del mondo” (Nottetempo), 45 voti, che era stata data alla vigilia come super favorita.
Molta sorpresa quindi alla chiusura dello spoglio, preceduto da una serata superaffollata alla Fondazione Bellonci alla quale ha partecipato anche Antonio Pennacchi, vincitore della scorsa edizione con “Canale Mussolini”.
Edoardo Nesi, già finalista al Premio Strega nel 2005 con “L’età dell’oro”, nel suo nuovo romanzo “Storia della mia gente” racconta una storia -in parte autobiografica- su come la crescente presenza orientale stia distruggendo il distretto industriale del tessile di Prato. E come Nesi racconta la sua Prato invasa dai cinesi, così il pugliese Mario Desiati nel suo “Ternitti” dà voce al dramma dei 2 mila abitanti dei comuni del Capo di Leuca, emigrati in Svizzera per lavorare nella fabbrica di amianto di Niederurnen. Il gruppo Mondadori ha due suoi autori a pari merito: Desiati e Veladiano che con “La Vita accanto” racconta il male attraverso la storia di una figura femminile, brutta sin dalla nascita e costretta a scontrarsi con i pregiudizi della provincia.
Romanzo completamente diverso è “L’Energia del Vuoto” di Arpaia, un libro tra arte e scienza non più come culture opposte e che introduce alle ricerche più avanzate della fisica. Infinte la parlamentare comunista, Luciana Castellina, ultima per soli quattro voti, nel suo “La Scoperta del mondo” -diario rivisto ed arricchito, tenuto fra i 14 e i 18 anni- racconta un pezzo di storia decisivo per la generazione post-bellica.
Silvia Preziosi
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