Un omaggio a una delle più grandi figure della storia del cinema italiano del dopoguerra, Luigi Comencini, attraverso la retrospettiva completa proposta dalla Cinemateca francese di Parigi, fino al 3 marzo.
Un omaggio a una delle più grandi figure della storia del cinema italiano del dopoguerra, Luigi Comencini, attraverso la retrospettiva completa proposta dalla Cinemateca francese di Parigi, fino al 3 marzo.
L’evento si apre il 9 gennaio con la proiezione di Tutti a casa del 1960, ambientato nel settembre 1943, prima e dopo la firma dell’armistizio, con protagonista un straordinario Alberto Sordi (nella foto di Carlo Riccardi, sul set del film).
Luigi Comencini è uno dei padri della grande commedia all’italiana che, alla fine degli anni ‘50 e negli anni ’60, mescola le situazioni comiche, la satira sociale e la riflessione storica. Per l’autore il cinema è un’arte dello spettacolo, che non può esistere senza il rapporto con il pubblico per il quale è stato concepito e relizzato. Per lui un film senza pubblico – data la sua formazione d’architetto – è come una casa inabitata. Da questo rispetto per lo spettatore deriva l’idea che il regista è un artigiano prima di essere un artista, un uomo che giorno dopo giorno si confronta con i vari aspetti del mestiere in cui la conquista dell’indipendenza creativa non è mai scontata ma dev’essere ottenuta per ogni film. “Comencini, tra commedia e dramma” è il titolo della conferenza in programma il 14 gennaio, tenuta dal critico e storico del cinema Jean A. Gili, autore di un libro sul cineasta italiano. Attraverso l’analisi del percorso artistico del regista, Gili mostrerà che, di film in film, Comencini ha disegnato un ritratto dell’Italia che non è quello di un economista o di un sociologo, ma di un artista che si esprime con i mezzi che gli sono propri, quelli della sensibilità nei confronti degli individui raffigurati nella loro dimensione singolare e nel loro significato collettivo. Raccontando delle storie, che catturano sempre l’attenzione, Comencini ha privilegiato una rappresentazione precisa della società nella quale viveva, provando con le sue opere, come un pittore a piccoli tocchi, di farla evolvere verso una maggiore apertura e consapevolezza di sé.