Se ne va Bud Spencer. Addio al “gigante buono” del cinema italiano

Bud Spencer non c’è più. Il noto attore napoletano, con il quale son cresciute due generazioni di spettatori e moltissimi...

Bud Spencer in "Piedone a Hong Kong"

Bud Spencer non c’è più. Il noto attore napoletano, con il quale son cresciute due generazioni di spettatori e moltissimi bambini, è morto a Roma lunedì 27 giugno 2016. Avrebbe compiuto ottantasette anni alla fine di ottobre.

Nato a Napoli nel 1929, Carlo Pedersoli, meglio noto con il suo nome d’arte di Bud Spencer (“Bud” dalla birra Budweiser, in Italia commercializzata come “Bud”, e “Spencer” in omaggio al grande Spencer Tracy), si appassiona fin da bambino a vari sport, in particolare al nuoto, per cui dimostra subito una grande predisposizione, vincendo alcuni piccoli premi.

Nel ‘40, lascia Napoli con la famiglia per motivi connessi al lavoro del padre e si trasferisce a Roma, dove comincia le scuole superiori ed entra a far parte di un club di nuoto. Una volta conclusi gli studi si iscrive all’Università di Roma, dove studia chimica.

Nel gennaio del ‘47 la famiglia si trasferisce nuovamente, questa volta in Sud America, e lui è quindi costretto ad abbandonare gli studi. In Brasile, lavora presso il consolato italiano di Recife.

Due anni dopo (nel 1949) Carlo Pedersoli torna in Italia dopo essere stato tesserato dalla S.S. Lazio Nuoto (si era  affermato ai campionati italiani di nuoto sia nello stile libero sia nelle staffette miste). Nei cento metri stile libero entrerà nella storia del nuoto per essere stato il primo italiano a scendere sotto il minuto netto (59,5 nel ‘50 sia a Salsomaggiore in vasca da venticinque metri sia a Vienna. Nel ‘49 aveva esordito in nazionale e l’anno dopo viene convocato per i campionati europei di Vienna, dove nuota in due finali (quinto nei 100 m e quarto con la staffetta 4×200).

Nel ‘51, ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto, vince due medaglie internazionali nel nuoto (secondo sia nei 100 m sia con la 3×100 metri mista. Nello stesso periodo è anche giocatore di rugby come seconda linea. Nel frattempo riprende gli studi (iscrivendosi nuovamente all’Università di Roma, alla facoltà di Giurisprudenza), ma non li porterà a termine.

Negli stessi anni il suo fisico massiccio e imponente viene notato dall’ambiente cinematografico. Il suo esordio avviene in Quel fantasma di mio marito (1950) di Camillo Mastrocinque e in Quo Vadis? (1951) di Mervyn Le Roy, in cui fa una veloce apparizione interpretando un centurione romano. Negli anni successivi continuerà a recitare in alcune piccole parti, la più nota fra le quali è senz’altro quella di Nando, il manesco fidanzato della giovane Marcella (interpretata da Giovanna Ralli) in Un eroe dei nostri tempi  (1955) di Mario Monicelli, in cui lavora con Aberto  Sordi.

L’anno avanti (nel ’54) era stato fra gli interpreti del bellico Siluri umani di Antonio Leonviola, in cui aveva lavorato con Raf Vallone.

Negli stessi anni, gareggia per i colori italiani ai Giochi Olimpici di Helsinki del ‘52 nella gara dei 100 m stile libero. Dopo le Olimpiadi, insieme ad altri giovani atleti, viene invitato alla Yale University, e trascorre alcuni mesi negli Stati Uniti.

Nel ‘55 viene convocato ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona come pallanuotista,, dove vince la medaglia d’oro con la nazionale.

L’anno seguente (nel ’56) partecipa ai Giochi Olimpici di Melbourne e, nei 100 m stile libero, giunge nuovamente in semifinale.

Nel ’57 fa ritorno in Sud America e per nove mesi lavora per un’impresa statunitense impegnata nella costruzione di una lunga strada di collegamento fra Panamá e Buenos Aires (la celebre Panamericana), nel tratto fra il Venezuela e la Colombia.

Una volta conclusa tale esperienza passa all’Alfa Romeo di Caracas, per cui lavora fino al ‘60 e con cui disput (da pilota) la Caracas-Maracaibo. Nel frattempo, con la squadra venezuelana di nuoto, partecipa a numerose gare nazionali e internazionali.

Nello stesso anno torna a Roma e partecipa alle Olimpiadi del ‘60.

Nel ’64 diventa produttore di documentari per la Rai e, tre anni dopo, (nel ’67), il regista Giuseppe Colizzi gli offre un ruolo in un film che lui accetta di interpretare dopo qualche esitazione. Sul set incontra per la prima volta Mario Girotti (meglio noto come Terence Hill) Il film è Dio perdona… io no! e sarà la prima pellicola della coppia (che lavora con Frank Wolff, il Gaspare Pisciotta di Salvatore Giuliano – 1961 – di Francesco Rosi e il futuro Brett McBain di C’era una volta il West – 1968 – di Sergio Leone)  diventata poi “inossidabile”. Ai due attori, nelle presentazioni in locandina, viene consigliato di cambiare i loro nomi, considerati “troppo italiani” per un film western e per riuscire a far colpo a livello internazionale. Pertanto Carlo Pedersoli crea il suo nome d’arte (ovvero Bud Spencer), mentre Mario Girotti diventa Terence Hill.

Nei successivi ventisei anni, Bud Spencer e Terence Hill gireranno insieme altri quindici film: I quattro dell’Ave Maria (1968) di Giuseppe Colizzi, in cui lavorano con Eli Wallach (il capobanda messicano Calvera de I magnifici sette – 1960 – di John Sturges e il Brutto de Il buono, il brutto, il cattivo – 1966 – di Sergio Leone), La collina degli stivali (1969), anch’esso diretto da Giuseppe Colizzi, Lo chiamavano Trinità (1970) di E. B. Clucher (nome d’arte di Enzo Barboni), …continuavano a chiamarlo Trinità (1971), anch’esso diretto da E. B. Clucher, …più forte ragazzi! (1972) di Giuseppe Colizzi, …altrimenti ci arrabbiamo (1974) di Marcello Fondato, Porgi l’altra guancia (1974) di Franco Rossi (già regista de L’Odissea – 1968 – con Bekhim Fehmiu e Irene Papas), in cui lavorano con Robert Loggia, I due superpiedi quasi piatti (1977) di E. B. Clucher, Io sto con gli ippopotami (1979) di Italo Zingarelli, in cui lavorano con l’ungherese Joe Bugner (all’epoca campione europeo dei pesi massimi), Pari e dispari (1979) di Sergio Corbucci, Chi trova un amico trova un tesoro (1981), anch’esso diretto da Sergio Corbucci, Nati con la camicia (1983) di E. B. Clucher, Non c’è due senza quattro (1984), anch’esso diretto da E. B. Clucher, Miami Supercops – I poliziotti dell’ottava strada (1985) di Bruno Corbucci, Botte di Natale (1994) di Terence Hill, realizzato circa un decennio dopo la fine del loro “periodo d’oro” (1967-85) dopo vari progetti andati a vuoto e che, a differenza dei film precedenti, avrà scarso successo di pubblico.     

Bud Spencer sperimenta anche altri generi cinematografici quali il thriller, (Quattro mosche di velluto grigio – 1971 – di Dario Argento) e il dramma di denuncia civile (Torino nera – 1972 – di Carlo Lizzani).

Nel ‘73 inaugura la fortunata serie di “Piedone”, l’energico e risoluto commissario Rizzo che sarà protagonista di quattro film polizisschi, tutti diretti da Steno: Piedone lo sbirro (1973), in cui lavora con Adalberto Maria Merli, Piedone a Hong Kong (1975), in cui recita con Al Lettieri e Robert Webber, Piedone l’africano (1978), e Piedone d’Egitto (1980), in cui lavora nuovamente con Robert Loggia.

Fra gli altri film in cui Bud Spencer è protagonista assoluto o recita con un altro partner, impossibile non ricordare Al d là della legge (1968) di Giorgio Stegani, in cui lavora con Lee Van Cleef (reduce dal successo ottenuto con Per qualche dollaro in più – 1965 – di Sergio leone, il già citato Il buono, il brutto, il cattivo, I giorni dell’ira  – 1967 – di Tonino Valerii, e La resa dei conti – 1967), il western Un esercito di cinque uomini (1969) di Italo Zingarelli, film scritto da Dario Argento e in cui recita con Peter Graves, il western comico Si può fare amigo! (1972) di Maurizio Lucidi, in cui lavora con Jack Palance (reduce dal successo di Vamos a matar companeros! – 1970) Anche gli angeli mangiano fagioli (1973) di E. B. Clucher, in cui Giuliano Gemma sostituisce Terence Hill, il western Una ragione per vivere e una per morire (1973) di Tonino Valerii, in cui lavora con James Coburn (reduce dal successo di Giù la testa – 1971 – di Sergio Leone), Charleston (1977) di Marcello Fondato, Il soldato di ventura (1977) di Pasquale Festa Campanile, lo sportivo Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo, in cui lavora per la prima volta con Joe Bugner, il fantastico Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre (1979), anch’esso diretto da Michele Lupo e in cui lavora con Cary Guffey (il bambino alieno di Incontri ravvicinati di terzo tipo – 1977 – di Steven Spielberg), Chissà perché capitano tutte a me (1980) di Michele Lupo, il western Occhio alla penna (1981) di Michele Lupo, l’avventuroso Banana Joe (1982) di Steno, in cui lavora con Mario Scarpetta e Gianfranco Barra, il comico Cane e gatto (1982) di Bruno Corbucci, in cui recita con Tomas Milan, lo sportivo Bomber (1982) di Michele Lupo, in cui lavora con il peso massimo olandese Kallie Knotzie.   

A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta riscuote grande successo in televisione con Big Man (1987-88, tre film tv diretti da Steno e un quarto diretto da Maurizio Ponzi) Detective Extralarge (1991-1993) e Noi siamo angeli (1996-97).

Nell’88 riceve il Telegatto per Big Man, ritenuto il miglior telefilm italiano della stagione. Nel 1992 ottiene un Telegatto anche per Detective Extralarge, e un altro insieme a Terence Hill per l’altissimo share ottenuto dai loro film trasmessi in Tv nel ’91.

Nel 2002 interpreta il film tv Padre Speranza, nato come pilot di una serie che poi non verrà realizzata e, nel 2009, la miniserie televisiva I delitti del cuoco.

Nel 2003 ha avuto nuovamente modo di dimostrare anche le sue qualità di attore drammatico, interpretando il ruolo dell’anziano capitano in Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi.

Nel 2010 appare nel documentario Dragonland, di Lorenzo De Luca. Nel maggio dello stesso anno, insieme a Terence Hill, viene premiato con il David di Donatello alla carriera.

Parallelamente al cinema, Bud Spencer ha portato avanti anche altre passioni, fra cui quella per il volo. Nel ‘74 consegue la licenza di pilota di elicottero per l’Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Possedeva il brevetto sia per l’elicottero (con cui ha collezionato oltre mille ore di volo) sia per l’aereo (con cui ha volato per oltre duemila ore e che ha continuato a pilotare anche in età piuttosto avanzata.

Nell’81 è fra i soci fondatori della compagnia aerea Mistral Air. Da non dimenticare  anche lil suo amore per la musica. Nel ’78, insieme ai fratelli Guido e Maurizio De Angelis (in arte Oliver Onions),  scrive alcune canzoni per Lo chiamavano Bulldozer, una fra le quali viene da lui stesso cantata durante il film.

Nel 2007 la FIN (Federazione Italiana Nuoto) concede a Carlo Pedersoli i brevetti di allenatore di nuoto e pallanuoto, iscrivendolo all’Associazione Nazionale Tecnici di Nuoto.

Nel 2010 Bud Spencer ha pubblicato Altrimenti mi arrabbio: la mia vita, la sua autobiografia, scritta insieme a Lorenzo De Luca e curata dal biografo David De Filippi. L’anno seguente, per il mercato tedesco e scrivendo nuovamente con Lorenzo de Luca, ne ha pubblicato la seconda parte.

 

Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.