Storia di Paolina di Manuela D’Angelo al Forte Sangallo di Nettuno

Andrà in scena giovedì 6 luglio 2023 alle ore 21.00 presso il Forte Sangallo di Nettuno (RM) – via Antonio...

Barbara Mautino in "Storia di Paolina, ovvero l'altra Leopardi che amerete"

Andrà in scena giovedì 6 luglio 2023 alle ore 21.00 presso il Forte Sangallo di Nettuno (RM) – via Antonio Gramsci, 5 – il monologo teatrale di Manuela D’Angelo “Storia di Paolina, ovvero l’altra Leopardi che amerete”, interpretato da Barbara Mautino.

Giovedì 6 luglio 2023, nell’ambito della manifestazione “Tracce Cinematografiche” che si svolge a Nettuno, andrà in scena il monologo teatrale Storia di Paolina, ovvero l’altra Leopardi che amerete, storia di una donna non comune protagonista di una vita comune che è riuscita a rendere unica, originale e modernissima.

«Storia di Paolina è il racconto di una vita, quella di Paolina Leopardi, narrata con ironia – ma anche con un’invidiabile forza dalla stessa voce della protagonista, attraverso il suo carteggio con i l fratello Giacomo e con la soprano Marianna Brighenti. Le convenzioni del tempo, i suoi obblighi di figlia, la condizione di “zitella”, le regole ferree della nobiltà cui apparteneva, il senso del decoro: queste erano le sbarre della gabbia di Paolina. La condizione femminile sembra aver fatto passi da gigante da allora, ma a ben guardare è più viva che mai, oggi che le donne, dopo aver combattuto tanto per affermare i propri diritti e il proprio valore, sembrano ancora avere una strada irta e difficoltosa davanti. Una strada ancor più infida di quella di un tempo, perché gli stereotipi che permangono sono quelli più difficili da stanare, quelli che si annidano nel linguaggio, in certe immagini, in allusioni velate e in certe consuetudini sociali. Le cronache sono piene di episodi che denunciano come ancora oggi alle donne sia difficile   perdonare la libertà, e questo avviene indipendentemente dal livello sociale o culturale. Per parlare di questo cercavamo una storia esemplare, che fosse cioè in grado di parlarci di noi, oltre noi. L’abbiamo trovata nella storia della dolce Paolina Leopardi, donna di grande ingegno e vastissima cultura, costretta dalle convenzioni del suo tempo, in quanto donna, a vivere praticamente da reclusa. Ciononostante continuò a rivendicare nei modi che le erano possibili il proprio diritto a decidere della propria vita, a mantenersi viva e a realizzare i propri desideri, lasciandoci ammirati di fronte alla determinazione e alla potenza di un’anima che trovò la sua libertà nonostante i limiti imposti dalle regole del suo tempo. Ecco allora che Paolina diventa un paradigma valido anche oggi: tutti possiamo – oserei dire dobbiamo – trovare la forza per uscire dal bozzolo e aprire le ali, al di là delle “gabbie” che circostanze, convenzioni o stanchezza dell’abitudine avevano costruito intorno a lei prima, intorno a noi in questo tempo» (Manuela D’Angelo e Barbara Mautino

«Una bizzarra signora aspetta il treno alla stazione. Si vede che ha voglia di chiacchierare, proprio come le persone che hanno passato troppo tempo sole. Paolina visse nella prima metà dell’Ottocento, quando per una donna era difficile essere considerata un individuo, al di là del ruolo sociale di figlia, moglie o madre. Nel monologo si cerca proprio di evidenziare questo: costretta a vivere in un posto isolato e poco stimolante come Recanati, con dei genitori (la madre soprattutto) che la controllavano continuamente, Paolina era praticamente una reclusa che poteva viaggiare e “vivere” solo con la forza della sua fantasia, attraverso i libri e gli studi. Tuttavia mantenne la propria mente e la propria volontà estremamente vive. Ad esempio, non accetta di sposare l’uomo che ama ma che la vuole solo per il suo titolo di contessa, condannandosi così allo zitellaggio perenne e negandosi la via d’uscita da una famiglia opprimente come la sua attraverso il matrimonio; grande divoratrice di libri, si mette a tradurre le cose che le piacciono di più e le inserisce nel giornale che redige col padre, diventando di fatto una giornalista; fa da copista del fratello; mantiene una corrispondenza con la cantante lirica Marianna Brighenti, che diventa così sua amica e che riesce ad incontrare solo quarant’anni dopo, vivendo attraverso le sue lettere con un po’ di quel mondo che non conosce. A cinquantasei anni resta sola, muoiono tutti i suoi cari e lei è libera: prende a viaggiare, si concede vestiti eleganti, è ancora capace di approfittare della propria “nuova libertà”. Insomma, è la storia di una donna che subisce non per paura o per debolezza ma per senso del dovere verso la famiglia, senza però rinunciare ai suoi sogni. Anzi, li rende realtà alla fine dell’esistenza. Il nostro proposito è rendere la forza di Paolina, ma anche la sua leggerezza, l’ironia che caratterizzava la sua scrittura, l’atipicità del suo comportamento rispetto ad altre donne del suo tempo. In una parola, la sua unicità, che ci ha conquistato ed affascinato e che speriamo faccia altrettanto con il pubblico che vorrà conoscere da vicino la sua storia» (Manuela D’Angelo e Barbara Mautino)

 

L’associazione di promozione sociale “Tracce Cinematografiche Film Fest APS” informa che anche quest’anno si svolgerà la dodicesima edizione di “Tracce Cinematografiche”, festival internazionale del cortometraggio a rilevante impatto culturale, artistico e sociale.

Vero e proprio festival orgogliosamente ed artigianalmente “no red carpet” autonomo e indipendente, che ha sempre fatto dell’originalità, della fruibilità, della ricchezza culturale, della poesia e dell’emotività, del respiro e della visione estera, ma anche dell’impegno volontario, gratuito e competente dei suoi volontari e del suo staff la propria forza e la propria riconoscibilità, dato che questo festival viene realizzato senza nessun tipo di finanziamento. Tracce Cinematografiche è un evento in cui ci si emoziona grazie alla potente forza della narrazione cinematografica declinata in ottica psicosociale ed etnografica. Le quattro sezioni del Festival (“Animazione”, “Free”, “Social”, “Videoclip”), da cui l’organizzazione ha scelto, fra circa mille corti, le opere finaliste e vincitrici, promuovono la conoscenza e la comprensione di culture altre rispetto a quella italiana; decentrano il proprio punto di vista, favorendo la riflessione sociale e lo spirito critico; facilitano il riconoscimento empatico e la vicinanza emotiva, attraverso l’eclettismo e la sinestesia delle arti e realizzano il sincretismo fra poesia e cinema. L’edizione 2023 si svolge da martedì 4 luglio a domenica 9 luglio ore 21.00, come da tradizione, nella suggestiva location del Forte Sangallo di Nettuno (RM), bene architettonico di alto valore culturale e dimora storica della rete delle dimore storiche della Regione Lazio.

L’evento speciale più importante e significativo sarà sabato 8 luglio alle ore 21.00: la consegna del Premio di nuova istituzione per il Miglior Reportage Sociale, dedicato alla Memoria di Antonio Taurelli, concittadino illustre recentemente scomparso che, animato da partigiano spirito antifascista, ha lottato al fianco degli Alleati ed è stato testimone dello sbarco alleato avvenuto il 22 gennaio 1944 sulle coste di Anzio e Nettuno. Proprio in questi giorni gli è stato intitolato il plesso scolastico “Piscina CardilloHa altresì promosso in vita un premio nelle scuole di Nettuno ed Anzio per sostenere il valore del ricordo della guerra sui territori e, puntualmente, ogni anniversario dello Sbarco ha onorato i caduti suoi commilitoni Alleati nel Cimitero Monumentale Statunitense di Nettuno. Questo Premio, che l’organizzazione del Festival ha fortemente voluto per riconoscere la centralità sociale del documentario da cui deriva e su cui s’innesta la sensibilità delle scelte che orientano l’organizzazione nel costruire il palinsesto, verrà consegnato a Domenico Iannacone.

 

Domenico Iannacone è giornalista e regista RAI, autore di reportages sociali dall’alto valore culturale ed umano, il cui fil rouge è una narrazione accogliente e non giudicante, incuriosita e partecipe, ma mai invadente o umiliante, di chi riesce ad accompagnare, mettendosi al fianco del soggetto o dei soggetti protagonisti, con autenticità, rispetto e semplicità, perché immune dalla voglia di spettacolarizzare l’altro spogliandolo della propria profondità. Da ciò scaturiscono un dialogo ed una relazione franchi, onesti e genuini, tramite cui emergono la dignità, la sacralità e la ricchezza emotiva delle persone che condividono la propria storia, tenendo assieme le proprie fragilità e le proprie risorse in una spirale narrativa e visiva che tocca le marginalità quotidiane in cui siamo immersi, consentendoci di riuscire a metterle a fuoco, vedendo con gli occhi trasformativi dell’empatia. Fra i lavori di Domenico Iannacone ricordiamo Il sillabario delle emozioni (2022), Che ci faccio qui (2019), I Dieci Comandamenti (2013-2018), che gli è valso due volte il Premio “Ilaria Alpi” e il Premio come “migliore TV d’autore dell’anno”. Precedentemente aveva già vinto altre tre volte il Premio “Ilaria Alpi”, nella sezione Miglior Reportage italiano lungo, nel 2008 con Il Terzo Mondo, nel 2010 con Il Progetto, storia di un’Italia incosciente e nel 2011 con Evasori.

Sabato 8 luglio alle ore 21.00 alla presenza di Domenico Iannacone verrà proiettato Ogni santo giorno: capitolo 1, contemporaneamente reportage di denuncia sullo sfruttamento, sulla riduzione in schiavitù e sull’oppressione del lavoro dei più fragili nelle campagne, ma simultaneamente anche testimonianza di chi, invisibile, marginale e precario a sua volta, compie quotidianamente gesti d’amore prendendosi cura degli altri in una forma di lotta comune per l’esistenza.

Nella serata inaugurale di martedì 4 luglio e nella serata di mercoledì 5 luglio altri eventi speciali come la proiezione di un lavoro autoriale di Cecilia Mangini (1927-2021), prima documentarista italiana, scomparsa nel gennaio 2021, una breve retrospettiva delle edizioni precedenti ed uno spettacolo teatrale, un monologo sulla figura di Paolina Leopardi. Giovedì 6 e venerdì 7 luglio ci sarà la proiezione dei cortometraggi finalisti e domenica 9 luglio la proiezione e la premiazione dei cortometraggi vincitori e la visione di un cortometraggio proveniente dal Mac Fest di Cava de’ Tirreni (SA), festival con cui da quest’anno è stato sancito un gemellaggio.

 

Sul sito www.traccecinematografichefilmfest.it, maggiori informazioni e l’elenco completo dei corti ammessi, dei corti finalisti, dei corti vincitori e delle menzioni speciali. L’ingresso è libero e gratuito.

 

Il monologo teatrale Storia di Paolina, ovvero l’altra Leopardi che amerete di Manuela D’Angelo – interprete: Barbara Mautino; mise en scène: M. D’Angelo, B. Mautino; la voce di Giacomo è di Simone Mori; progetto luci: Andrea Burgaretta; collaborazione ai costumi: re: unite – sarà in scena presso il Forte Sangallo di Nettuno giovedì 6 luglio 2023.

 

 

Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.