Terence Hill e Marco Giallini premiati a “La Pellicola d’Oro

Premio Speciale alla carriera a Terence Hill e Miglior Attore votato dalla troupe a Marco Giallini nel corso de “La...

foto Maurizio Riccardi
Terence Hill premiato da Laura Delli Colli

Premio Speciale alla carriera a Terence Hill e Miglior Attore votato dalla troupe a Marco Giallini nel corso de “La Pellicola d’Oro” 2016.

La serata di premiazione della VI edizione del Premio Nazionale ai Mestieri e all’Artigianato del cinema si è svolta lunedì 25 aprile 2016 al Teatro Ghione. Presenti, fra gli altri, Leo Gullotta, lo scenografo Osvaldo Desideri – Premio Oscar 1988 per L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci – il sindacalista Otello Angeli, il senatore Vincenzo Vita.

Terence Hill, al secolo Mario Girotti, ha ricevuto un Premio Speciale per i suoi oltre sessant’anni di carriera cinematografica. Una carriera cominciata nel lontano 1951, anno in cui il giovanissimo attore (aveva solo dodici anni) esordisce al cinema in Vacanze col gangster di Dino Risi. Nei successivi dodici anni, appare in film quali I vagabondi delle stelle (1956) di Nino Stresa, La grande strada azzurra (1957) di Gillo Pontecorvo, Nel blu dipinto di blu (1958) di Piero Tellini, Cerasella (1960) di Raffaello Matarazzo e soprattutto Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e in cui lavora insieme a Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon e Paolo Stoppa. Dopo circa tre anni in Germania, in cui lavora in alcuni western – inediti in Italia – tratti dai fumetti di Karl May, nel ’67 interpreta Dio perdona… io no, spaghetti western diretto da Giuseppe Colizzi, per cui usa per la prima volta il nome d’arte “Terence Hill” e in cui conosce l’ex nuotatore olimpionico Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Nasce così il celebre duo che, nei circa venticinque anni successivi, realizzerà altri quindici film (I quattro dell’Ave Maria – 1968 -, La collina degli stivali – 1969 -, Lo chiamavano Trinità – 1970 -, Continuavano a chiamarlo Trinità – 1971 -, Più forte ragazzi -1972 -, il celebre Altrimenti ci arrabbiamo – 1974 -, Porgi l’altra guancia – 1974 -, I due superpiedi quasi piatti – 1977 -, Io sto con gli ippopotami – 1979 -, Pari e dispari – 1979 -, Chi trova un amico trova un tesoro – 1981 -, Nati con la camicia – 1983 -, Non c’è due senza quattro – 1984 -, Miami Supercops, i poliziotti dell’ottava strada – 1985 -, Botte di Natale – 1994), a cui vanno aggiungi altri film analoghi che Terence Hill, negli stessi anni interpreta senza il partner (…E poi lo chiamarono il magnifico – 1972 -, il celebre Il mio nome è nessuno – 1973 -, Un genio, due compari, un pollo – 1975 -, Mister Miliardo – 1977, Poliziotto Superpiù – 1980 -, Renegade, un osso troppo duro – 1987) e alcuni film drammatici Quali Il vero e il falso (1972) e La Bandera: marcia o muori (1977).

All’inizio degli anni Novanta interpreta la miniserie televisiva western Lucky Luke (1991-92).

A partire dal 2000 veste la tonaca del personaggio di Don Matteo nell’omonima serie televisiva girata a Gubbio e a Spoleto e arrivata alla decima edizione. Negli stessi anni interpreta anche altri film tv quali L’uomo che sognava con le aquile (2006), Doc West (2009), L’uomo che cavalcava nel buio (2009) e la miniserie televisiva Un passo dal cielo (2011-12).

Durante la serata di premiazione, a fare gli onori di casa per la consegna del premio Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI). “Sono veramente molto onorato di questo premio – afferma Terence Hill -. “In genere non vado a ritirare i premi, ma questa volta è diverso. Si tratta di un premio che viene dato dalle maestranze, ovvero le persone con le quali trascorro più tempo che con la mia famiglia. Faccio i complimenti a chi lo ha inventato. Mi fa piacere che il premio si chiami La Pellicola’ e non ‘la scheda’!”, conclude poi sorridendo. “In una serata come questa mi sento a casa. Terence è stato da sempre un grande per le troupe, anche quando era molto giovane”, commenta Laura Delli Colli. “Si concede ai microfoni rispondendo alle domande dei conduttori e raccontando vicende e aneddoti della sua vita trascorsa sui set. Accenna alla sua esperienza con Luchino Visconti durante le riprese de Il Gattopardo, parla di come all’epoca venissero realizzate, le scenografie, gli arredamenti, i costumi, mentre gli astanti vengono catturati dal racconto.

A Terence Hill il compito di premiare l’altro vincitore del Premio alla Carriera tra le maestranze: i fratelli Amedeo e Umberto Leurini della Ditta Leurini, Società di Trasporti Cinematografici, attiva dal 1930, ovvero da ben quattro generazioni.

Marco Giallini vince invece il premio per Miglior Attore scelto dalla troupe, consegnato da Laura Delli Colli. Il Premio è stato assegnato in base ai voti espressi direttamente dalle troupe, sulla qualità del rapporto umano instaurato con l’artista durante le riprese del film. Con grande simpatia, Marco Giallini scherza sul significato del premio, creando divertenti siparietti che coinvolgono tutti i presenti. “Mi sono detto: ‘Per una volta sarò il più bravo’, afferma Giallini. “Invece mi dicono che ho ricevuto un premio perché sono il più simpatico. Saluto tutti quelli con cui sono cresciuto professionalmente e quelli con cui invecchierò”, ha concluso.

Alessandro Poggiani

Alessandro Poggiani

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da vent'anni circa, ha lavorato come battitore per libri, saggi ed articoli, e come segretario di produzione per un docufilm su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore, con la Dino Audino editore e con AGR. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e fotografo in occasione di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, fiere librarie, vernissages e spettacoli teatrali.