Ugo Tognazzi: 90 anni di un mito indimenticabile

Ugo Tognazzi oggi avrebbe compiuto 90 anni. L’eredità che ci lascia è sterminata, film ironici e al tempo stesso testimonianza...

ugo-tognazziUgo Tognazzi oggi avrebbe compiuto 90 anni. L’eredità che ci lascia è sterminata, film ironici e al tempo stesso testimonianza di un momento storico che non c’è più, ma che spesso ricordiamo come gli anni d’oro per l’arte italiana in genere.

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Ugo Tognazzi oggi avrebbe compiuto 90 anni. L’eredità che ci lascia è sterminata, film ironici e al tempo stesso testimonianza di un momento storico che non c’è più, ma che spesso ricordiamo come gli anni d’oro per l’arte italiana in genere.

Sono molti i film interpretati da Ugo Tognazzi, solo per citarne una piccolissima parte: “Auguri e figli maschi”, “La paura fa 90”, “Milanesi a Napoli”, “La moglie è uguale per tutti”, “Domenica è sempre domenica”, “I Baccanali di Tiberio”, “Splendori e miserie” etc.
Di Tognazzi è bello ricordare anche la sua vita, oltre alle opere cinematografiche che ha lasciato in eredità tutti noi. Una vita difficile, fatta di lavoro sin dall’età di quattordici anni, di abbandono degli studi in modo prematuro e di guerra a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, ma nulla lo allontanò dal suo sogno di sempre: fare l’attore. Il suo trasferimento da Cremona, la sua città di nascita, ne è la testimonianza, lasciò il lavoro per inseguire il proprio sogno. Neanche la disillusione dello scioglimento della compagnia di Wanda Osiris lo fece desistere dal suo intendo, al punto che formò una sua compagnia teatrale, insieme ad Agus e Coppelli, con la quale portavano in scena in tutta Italia alcuni lavori teatrali.
La svolta avvenne nel 1955 con il debutto nel teatro di prosa con la commedia di bracchi “Il medico delle donne”, da quel momento in poi fu un fiume di successi che lo portò a farsi conoscere, garzie al suo talento, dal grande pubblico.
Tognazzi morì a Roma per un ictus il 27 ottobre del 1990, all’età di 68 anni. Del bagaglio culturale che ci ha lasciato ci sarebbe molto da ricordare e farlo conoscere alle nuove generazioni, ma a noi piace ricordarlo con la frase, ironica e critica allo stesso tempo, che disse nel film “Il conte Mascetti”: “Ma poi è proprio obbligatorio essere qualcuno?”

Antonio Marchetta

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Giovanni Currado

Giovanni Currado

Responsabile editoriale dell'agenzia Agr Srl. Giornalista e fotografo, autore di diversi reportage in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi

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