Gregory Peck il 5 aprile 2016 avrebbe compiuto cento anni.
Nato a La Jolla nel 1916, Eldred Gregory Peck era figlio di un’insegnante di origine scozzese un farmacista di origini irlandesi. Nel ’36, a vent’anni, si iscrive alla facoltà di Medicina, dedicandosi anche all’attività sportiva gareggiando in una squadra di canottaggio. Due anni dopo, nel corso di una trasferta a New York rimane affascinato da uno spettacolo teatrale a cui aveva assistito e, una volta tornato a Los Angeles, si iscrive al Neighborhood Playhouse con l’intenzione di intraprendere la carriera d’attore.
Dopo alcuni anni di attività teatrale, nel ‘44 l’allora ventottenne Peck ottiene il suo primo contratto cinematografico di sette anni – con la Twentyth Century Fox – ed esordisce nel ruolo di un pasrtigiano russo in Tamara, figlia della steppa (1944) di Jacques Tourneur. Pochi mesi dopo lavora ne Le chiavi del paradiso (1944) di John M. Stahl, per cui ottiene la sua prima Nomination all’Oscar, seguito, l’anno seguente da La valle del destino (1945) di Tay Garnett, in cui lavora con Greer Garson. Nello stesso anno, la carriera avrà una svolta fondamentale grazie all’incontro con Alfred Hitchcock, il quale lo affianca a Ingrid Bergman nel giallo psicoanalitico Io ti salverò (1945), tratto dall’omonimo romanzo di Francis Beeding – pubblicato dal Saggiatore nel 2015 -. Il film, che mostra un volto nuovo dell’attore – molto più misterioso e tormentato – avrà grande successo e il giovane Peck verrà subito convocato per lavorare con altri importanti registi dell’epoca, quali Clarence Brown per Il cucciolo (1946), con cui ottenne la sua seconda Nomination all’Oscar, King Vidor per il celebre western Duello al sole (1946), in cui lavora con s, Joseph Cotten e Lionel Barrymore, di nuovo Alfred Hitchcock per il giallo giudiziario Il caso Paradine (1947), in cui lavora con Alida Valli, Elia Kazan per Barriera invisibile (1947), duro atto di accusa contro l’antisemitismo e con cui ottiene la sua terza Nomination
Ne Il grande peccatore (1949), di Robert Siodmak, lavora per la prima volta con Ava Gardner, che, negli anni successivi, ritroverà in altri tre film. Gli anni Quaranta si chiudono con il film bellico Cielo di fuoco (1949), di Hery King, con cui ottiene la sua quarta Nomination, e il western Cielo giallo (1949) di William A. Wellman, in cui lavora con Anne Baxter e Richard Widmark.
Nel corso degli anni Cinquanta consolida sia il suo successo sul grande schermo sia la sua popolarità presso il “grande pubblico”. Dopo i western Romantico avventuriero (1950) di Henry King e L’avamposto degli uomini perduti (1951) di Gordon Douglas interpreta lo scrittore Ernest Hemingway ne Le nevi del Kiilimangiaro (1952), tratto da un racconto dello stesso Hemingway e in cui lavora nuovamente con Ava Gardner, mentre, nel ’53, viene diretto da William Wyler nel celebre Vacanze romane, girato a Roma e in cui lavora con una giovane Audrey Hepburn al suo primo ruolo da protagonista.
Peck ha lavorato sempre con registi di grande calibro: John Huston in Moby Dick (1956), tratto dal celebre e omonimo libro di Herman Melville, in cui interpreta il capitano Achab, Vincente Minnelli ne La donna del destino (1957), in cui lavora con Lauren Bacall, di nuovo William Wyler ne Il grande paese (1958), in cui lavora con Carroll Baker, Jean Simmons e Charlton Heston, di nuovo Henry King nel western Bravados (1958), in cui troviamo anche un giovane Lee Van Cleef nella fase pre “spaghetti western” Sergio Leone, e in Adorabile infedele (1959), in cui interpreta lo scrittore Francis Scott Fitzgerald, Stanley Kramer ne L’ultima spiaggia (1959), forte critica alla guerra nucleare, in cui lavora con Ava Gardner, Fred Astaire e Anthony Perkins.
Nel ’61 interpreta il celebre film bellico I cannoni di Navarone (1961) di Jack Lee Thompson, in cui lavora con David Niven, Anthony Qinn, Irene Papas e Anthony Quayle.
Ne Il buio oltre la siepe (1962), tratto dall’omonimo libro di Harper Lee del 1960 (vincitore del premio Pulitzer), e diretto da Robert Mulligan, nel ruolo dell’avvocato Atticus Finch, Gregory Peck offre una fra le migliori performance della sua carriera e vince un Oscar come Miglior Attore Protagonista.
Nello stesso anno interpreta anche il ruolo di un avvocato perseguitato da uno psicopatico nel thriller Il promontorio della paura (1962) di Jack Lee Thompson, in cui lavora con Robert Mitchum e Martin Balsam.
Nel corso degli anni Sessanta, che pure lavora in film come …e venne il giorno della vendetta (1963) di Fred Zinnemann, il thriller psicoanalitico Mirage (1965) di Edward Dmytryk, Arabesque (1966), di Stanley Donen, in cui lavora con Sophia Loren, La lunga ombra gialla (1969) di Jack Lee Thompson, il western La notte dell’agguato (1969) di Robert Mulligan
Negli anni Settanta, Peck ottiene ancora successo con il western Il solitario di Rio Grande (1971) di Henry Hathaway e con il thriller Il presagio (1976) e lavora in pellicole quali MacArthur il generale ribelle (1977) di Joseph Sargent e I ragazzi venuti dal Brasile (1978) di Frankln J. Schaffner, in cui lavora con Laurence Olivier e interpreta il sadico medico nazista Josef Mengele.
A partire dagli anni Ottanta diraderà sempre più le sue apparizioni. All’inizio degli anni Novanta lo troviamo – così come anche Robert Mitchum e Martin Balsam – in un ruolo secondario in Cape Fear – Il promontorio della paura (1991) rifacimento dell’omonimo e già citato film di circa trent’anni avanti e interpretato da Nick Nolte – in quello che era stato il suo ruolo -, Robert De Niro – nella parte che era stata di Robert Mitchum e Jessica Lange – nel ruolo che era stato di Polly Bergen).
Gregory Peck muore a Los Angeles nel giugno 2003 a causa delle complicazioni di una broncopolmonite.