“La lancia del Pelide, magico dono, per un verso ferisce per l’altro guarisce…” così inizia il brano intitolato “La lancia del Pelide, Marinai, Profeti e Balene” che rientra nell’ultimo album di Vinicio Capossela, impegnato nel tour italiano, che farà tappa a Roma il 31 agosto 2011, all’Auditorium Parco della Musica, nel corso della manifestazione Luglio suona bene.
“La lancia del Pelide, magico dono, per un verso ferisce per l’altro guarisce…” così inizia il brano intitolato “La lancia del Pelide, Marinai, Profeti e Balene” che rientra nell’ultimo album di Vinicio Capossela, impegnato nel tour italiano, che farà tappa a Roma il 31 agosto 2011, all’Auditorium Parco della Musica, nel corso della manifestazione Luglio suona bene.
“Marinai, profeti e balene” è un’opera sul fato, sul viaggio e il mare come metafora e scenografia del destino umano. Da Omero a Dante, da Melville a Conrad, è un disco che trova ispirazione nella letteratura di tutti i tempi e in cui risuonano il mito, le voci di marinai, di profeti e balene.
È un album che fonde il vecchio Vinicio, quello dell’album “ All’Una e Trentacinque circa”, di “Camera a sud” e il nuovo Vinicio dei nuovi sound quello di “Calipso”, di “Billy Bud” e di “Job”. E’ un racconto affascinante che il cantautore ci presenta, con una processione di meravigliosi personaggi, dal Pelide Achille a Giobbe, da Lord Jim a Odisseo, a Polifemo, al Capitano Achab. Ma forse non una storia di fantasmi come si è detto di “Marinai, Profeti e Balene”, ma piuttosto una metafora di un presente tremulo, così come si ascolta in “Fuochi fatui”. Al racconto sono stati invitati tutti, amici di ieri e compagni nuovi, Jimmy Villotti, Ares Tavolazzi e Antonio Marangolo erano presenti anche vent’anni fa e tra i vecchi dischi avevano già trovato posto Marc Ribot e Greg Cohen, e Joey Burns e John Convertino dei Calexico (che hanno musicato Polpo d’amor), mentre per la prima volta collabora Psarantonis, con la sua straordinaria lira cretese.
M. Malorgio
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